:: Stella piatta rima con disfatta - Imbecillità con morte - III

 

PREFAZIONE A SCHEGGIA

"Imbecillità con morte" è una scommessa narrativa e disegnata - aperta al corredo sonoro - che si è impennata  e nutrita di decennio in decennio: 1973, 1983,1993, 2003, 2013. Nel senso che ogni decennio ne ho aggiunto  e curato un tassello. Senza mai darle forma definita. Ora L'Imbecillità, escludendo per il momento la Morte, sia del protagonista, che non sono io, bensì Covato Pocosia dell'autore che son io, conto di concluderla. La voce femminile appartiene a Salata. 

 

 

 

Claudio Di Scalzo

Stellapiatta rima con disfatta

Imbecillità con morte - III

 

Sarò a Stellapiatta per ferragosto, Salata cara. Arrivo col treno e immagino che sarò sudato però senza fumo caliginoso negli occhi dato che i treni  a vapore son roba dell’ottocento - alle ore 10,27.

Vado nel Cortiletto delle zanne leste,  perché lì è necessario torni. Stellapiatta porta spine. E se il tempo stringe devo impiegarlo con uno zinzinino di logica. A Stellapiatta non tornerò più.

Nel Cortiletto delle zanne leste cerco lo scioglimento nel mio inconscio, della tua frase, Salata mia, che udii al telefono, il 15 agosto, di un anno fa, nella cabina martoriata dalle mosche. La ricordo a memoria come le canzoncine di Mahler in sinfonia d'ottoni immensa. “Ho catacomba con questa cassa toracica dove dici messa. Sacramenti d'ignuda vanitas in sgomento” Sapere perché, questo misticismo da operetta, abbia, fin dalla sera imposto il balbettamento al mio respiro, la visita di incubi, il riemergere di spaventi infantili, colpe nascoste, segreti mai affrontati, dolori alle ossa. Scoprire perché lo strano verbo declinato “ho catacomba chiusa, tu hai catacomba chiusa, ella ha catacomba chiusa… unito a “cassa toracica” abbia avuto questo effetto su di me? Perché?

E’ stato - da allora! - come essere sospinti alla scoperta che io, Covato Poco, abbia  avuto un’altra nascita di quella che credevo. Incertezze sulla madre e sul padre. Su chi mi ha cresciuto e dove sono cresciuto! Una catacomba?

Cercati un’altra nascita e crescita! Mi ha suggerito l’inconscio come linguaggio che dà ingaggio ad ex chierichetto di Stellapiatta! L’Imbecillità con Morte qui ha fondato il suo capitolo stordente.

 

CDS: "Arrivo a Stellapiatta" - Illustrazione per Imbecillità con Morte III

 Terra, carta, acqua, matita - Ottobre 2013

 

E a dettarmelo  sei stata tu Salata. La mia Salata. E non sai quanta gratitudine ti porti! Ho preso addirittura - come gli antichi eretici praticanti il martirio per valicare lo spirituale gioendo nell’intravista eternità - a disegnare frugali fumetti su carte porose, nere, intinte nell’intemperie, nelle sepolture, nei loculi dei prati dove tana hanno i roditori e altri animali pelosi e zannuti. Lascio queste carte lì per giorni, poi disseppellisco, e vi traccio segni incomprensibili. Ma so che è il centro cosmico della mia scemenza. Per il resto la mia condizione di catacombato agostano un anno dopo è ilare, la mia soggettività con bende e ferite, discretamente maledetta, circolante tra immagine e senso sciocco, sulle impronte del tuo sale tutto comprendonio e facile metafisica all’aperto, al solicello; questa Vaudeville – di cui il viaggio verso Stellapiatta è un episodio - mi rende distortamente attraente: e babbo mio, quello vero, so che sta in poltrona ad aspettarmi dove lo scandaglio dell’abisso psichico allestisce il salotto buono. Se ti trovo nuda sulle sue cosce pelose capirò che ancora una volta, lui, il capo stirpe è stato più lesto di me a darti sicurezze. Poi lasceremo fare all’improvvisazione. Tanto la gelosia non è più di moda