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Imbecillità con Morte

:: Claudio Di Scalzo: Covato Poco e Salata - Imbecillità con Morte - I
08 Ottobre 2013

CDS: "Profilo di  Tchaikovsky che rolla in barcarolle" - cds settembre 2003
 
 

PREFAZIONE A SCHEGGIA

"Imbecillità con morte" è una scommessa narrativa e disegnata - aperta al corredo sonoro - che si è impennata  e nutrita di decennio in decennio: 1973, 1983,1993, 2003, 2013. Nel senso che ogni decennio ne ho aggiunto  e curato un tassello. Senza mai darle forma definita. Ora L'Imbecillità, escludendo per il momento la Morte, sia del protagonista, che non sono io, bensì Covato Poco, sia dell'autore che son io, conto di concluderla. La voce femminile appartiene a salata.

 
 
Claudio Di Scalzo
 
Imbecillità con Morte - I
 
DUE LETTERE SALE E ZUCCHERO CON TCHAIKOVSKY
 
 
Caro Covato Poco, ti raggiungo con questa letterina-confessione
per il capolavoro “Imbecillità con Morte” che stai scrivendo virato - d'inchiostro?  - seppia;
riascolto la Barcarolle, giugno, di Tchaikovsky. E' musica ancora "tenue e perfetta".
Lo sarà sempre. Io “non tradisco” nessuna di quelle mie parole,
nessuna nota ad esse che accostai. Il ricordo è nitido: il mattino in cui scrissi
sul giugno barcarolle che di me fe' pugno polle d'amor aveva contorni color viole frolle
che saprei ridisegnare.

Nella volta dei giorni, però, caro Covato Poco, i cieli hanno mutato l'azzurro.
Ora più spento? Ora più acceso? Accetto il rischio di sfumature nuove.
Non vengo meno a nessuna promessa d'inchiostro e parole.
Quando ti scrissi del russo infelice,
mio Covato Poco, amato in ogni loco,
quando scrissi i mille altri versi che t’ho donato, gli strazi, gli scherzi,
avevo lo slancio ingenuo e candido d’una bambina e la folle consapevolezza
d'una donna, insieme. Non ho finto. Non ho interpretato ruoli sciapi. Son Salata!
Per questo ciò ch'è nato sui fogli della primavera e dell'estate e d'ogni stagione
preserva la sua autenticità di diamante.
Gettato nell’abisso dell’alta marea!
Dei marosi perenni!
Cosa significa quanto ti scrivo da ammusicata e ciaikoschizzata?
Che un amore infelice
- chiedilo al compositore che distanti ascoltiamo! -
brucia in una sola fiamma i suoi petali? No!
Quelli appartengono ormai a una bolla di eternità,
a un giardino che non conosce sfioritura.
Perché stanno sul fondo dell’oceano!

Mille rivoli hanno portato me goccia verso un altro fiume. Poi al mare aperto. 
Prima ero dolce-imbecille come te. E sono finiti anche i giorni della colpa irredimibile,
delle delusioni, dei coltelli. Con cui, mio!, Covato Poco
volevo aprire, sgusciare?, l’ovo del tuo sedurmi!
Non mi ribello alla corrente: il vento è gentile, il sole gioca
con riflessi e scintille. E anche per me, al termine della nuotata come goccia, schiuma, anche musicale suvvia! - finirà mai?, c'è un porto che m'attende. O una bolla blu blù blùùù soffiata da qualche bambinella dedita alla fiaba allegorica del salato e dello sciocco esistenzialismo  in materia di furente Imbecillità con Morte che compie, con le nostre scelte, le sue scorte. E recisioni. Prescelte, finte, dimensioni intinte!

Tua Salata
 

 

Cara Salata,… ho riascoltato “giugno” del russo in-cignato da un destino crudele misto fiele che gli tarpò le ali e la tranquillità erotica cercata in terra di Russia. Ho visto il "diamante" che evochi e ho trepidato che possa essere tagliato per ricavarne bigiotteria là dove l’hai gettato. I Cavallucci marini son tremendi falsari; anche tutto il patetismo romantico, credo, un pochino lo sia. L’Amore e la sua trepidazione per quelli come me covati poco finisce che ci prende in parola. Disvelante! E succede che scoprendomi pulcino tonto, me ne vaggo Burlator di Stoviglia, lascio a te la parola oceano, la metafora oceano, la pittura oceano, sputo per terra ci nuoto come strampalato anatroccolo. So che sulla riva di questo laghetto ancora brami di tenermi stretto al petto. Tanghetto russo? Scusso scusso? Perché con tutto il tuo sale sempre più sete della mia saliva dolce avrai. Però lo sputo adesso è vasto come il Pacifico, t'ho perso di vista, e il naufragar - su altre piume a me adatte - m'è dolce in questa imbecillità che non rima con sanità, morale, che per te tanto valser e vale.  
 
Tuo Covato Poco 
 


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