CDS: "Profilo di Tchaikovsky che rolla in barcarolle" - cds settembre 2003
PREFAZIONE A SCHEGGIA
"Imbecillità con morte" è una scommessa narrativa e disegnata - aperta al corredo sonoro - che si è impennata e nutrita di decennio in decennio: 1973, 1983,1993, 2003, 2013. Nel senso che ogni decennio ne ho aggiunto e curato un tassello. Senza mai darle forma definita. Ora L'Imbecillità, escludendo per il momento la Morte, sia del protagonista, che non sono io, bensì Covato Poco, sia dell'autore che son io, conto di concluderla. La voce femminile appartiene a salata.
Claudio Di Scalzo
Imbecillità con Morte - I
DUE LETTERE SALE E ZUCCHERO CON TCHAIKOVSKY
Caro Covato Poco, ti raggiungo con questa letterina-confessione
per il capolavoro “Imbecillità con Morte” che stai scrivendo virato - d'inchiostro? - seppia;
riascolto la Barcarolle, giugno, di Tchaikovsky. E' musica ancora "tenue e perfetta".
Lo sarà sempre. Io “non tradisco” nessuna di quelle mie parole,
nessuna nota ad esse che accostai. Il ricordo è nitido: il mattino in cui scrissi
sul giugno barcarolle che di me fe' pugno polle d'amor aveva contorni color viole frolle
che saprei ridisegnare.
Nella volta dei giorni, però, caro Covato Poco, i cieli hanno mutato l'azzurro.
Ora più spento? Ora più acceso? Accetto il rischio di sfumature nuove.
Non vengo meno a nessuna promessa d'inchiostro e parole.
Quando ti scrissi del russo infelice,
mio Covato Poco, amato in ogni loco,
quando scrissi i mille altri versi che t’ho donato, gli strazi, gli scherzi,
avevo lo slancio ingenuo e candido d’una bambina e la folle consapevolezza
d'una donna, insieme. Non ho finto. Non ho interpretato ruoli sciapi. Son Salata!
Per questo ciò ch'è nato sui fogli della primavera e dell'estate e d'ogni stagione
preserva la sua autenticità di diamante.
Gettato nell’abisso dell’alta marea!
Dei marosi perenni!
Cosa significa quanto ti scrivo da ammusicata e ciaikoschizzata?
Che un amore infelice
- chiedilo al compositore che distanti ascoltiamo! -
brucia in una sola fiamma i suoi petali? No!
Quelli appartengono ormai a una bolla di eternità,
a un giardino che non conosce sfioritura.
Perché stanno sul fondo dell’oceano!
Mille rivoli hanno portato me goccia verso un altro fiume. Poi al mare aperto.
Prima ero dolce-imbecille come te. E sono finiti anche i giorni della colpa irredimibile,
delle delusioni, dei coltelli. Con cui, mio!, Covato Poco
volevo aprire, sgusciare?, l’ovo del tuo sedurmi!
Non mi ribello alla corrente: il vento è gentile, il sole gioca
con riflessi e scintille. E anche per me, al termine della nuotata come goccia, schiuma, anche musicale suvvia! - finirà mai?, c'è un porto che m'attende. O una bolla blu blù blùùù soffiata da qualche bambinella dedita alla fiaba allegorica del salato e dello sciocco esistenzialismo in materia di furente Imbecillità con Morte che compie, con le nostre scelte, le sue scorte. E recisioni. Prescelte, finte, dimensioni intinte!
Tua Salata