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:: Rostand - Fenzo: Cyrano de Bergerac
22 Ottobre 2013

 

 

 CIRANO DI BERGERAC

COMMEDIA EROICA IN CINQUE ATTI IN VERSI 

TRADUZIONE ITALIANA DI MARIO GIOBBE
 
 
 

  

 

SCENA VI.

 

I PRECEDENTI, LE BRET, RAGUENEAU.

 

LE BRET

Quale follia!

Io n'ero certo. È là!

 

CIRANO, sorridendo e raddrizzandosi.

Ah, siete voi Le Bret!

 

LE BRET

Levandosi di letto egli si è ucciso.

 

ROSSANA

Ahimè,

quel deliquio improvviso... poco fa?... quel suo male?...

 

CIRANO

Già, è vero: io non avea finito il mio giornale:

Sabato, ventisei, di un colpo inopinato,

il sir di Bergerac è morto assassinato.

(Si scopre, lasciando vedere il capo tutto avvolto di bende.)

 

ROSSANA

Che dice mai? — Cirano! — Da tante bende stretto...

Che v'han fatto? Perchè?...

 

CIRANO

«Cader, la punta al petto,

con un colpo di spada, da un pari eroe ferito?»

— Quest'io dicevo!... Il mio destino m'ha schernito!...

E mi uccide, alle spalle, in un tranello indegno,

per opera di un servo, un troncone di legno.

Benissimo. Avrò tutto mancato, anche la morte!

 

RAGUENEAU

Signore!

 

CIRANO

Ragueneau, non pianger così forte!...

(Gli stende la mano.)

Qual'è ora, mio buon collega, il tuo mestier?

 

RAGUENEAU, lagrimando.

Smoccolo.... le candele al teatro Moliére.

 

CIRANO

Moliére!

 

RAGUENEAU

Ma vo' via diman: sono indignato.

Ieri, nello Scapin, vidi che vi han rubato

tutta una scena!

 

LE BRET

Tutta!

 

RAGUENEAU

Sissignore, il famoso

«Ma che diavolo andava a fare?...»

 

LE BRET

Il glorioso

Molière ti ha plagiato?

 

CIRANO

 

Silenzio! Egli ha ben fatto!...

(A Ragueneau.)

E la scena produsse molto effetto?

 

RAGUENEAU, singhiozzando.

Ah, che scatto

d'ilarità, signore!

 

CIRANO

Ecco il destino mio:

far da suggeritore, — e meritar l'oblio!

(A Rossana.)

Ricordate la sera in cui nell'ombra nera

Cristiano vi parlò? È tutta in quella sera

la mia vita. Ed intanto che al fondo io son restato,

altri a cogliere il bacio della gloria è montato!

È giusto, ed io consento sull'orlo dell'avello

che Moliére ha genio, che Cristiano era bello!

(Suona la campana; si vedono passare, in fondo,

le suore che vanno all'ufficio.)

Che vadano a pregare, come vuol la campana!

 

ROSSANA, per chiamare.

Sorella, qua, sorella.

CIRANO, trattenendola.

 

(Le suore sono entrate nella cappella. Suona l'organo.)

Non chiamate, Rossana.

Non mi ritrovereste, al ritorno; ci siamo.

Sol mi mancava appunto questa musica....

 

ROSSANA

Io vi amo,

vivete!

 

CIRANO

Ahi, nella favola solamente si dice

che, udendo dirsi: io t'amo il principe infelice,

fuse la sua bruttezza il sol delle parole.

Ma tu t'accorgeresti che per me non v'è sole!

ROSSANA

Io vi resi infelice! Io!

 

 

CIRANO

Voi? Di tutte ignaro

dolcezze femminili, non alla madre caro,

privo d'una sorella, cresciuto nel terrore

dell'amante dall'occhio sarcastico, il mio core

per voi ebbe un'amica, almeno. Voi faceste

passar nella mia vita il fruscio di una veste.

 

LE BRET, mostrandogli il chiaro di luna che attraversa le rame.

E l'altra amica tua, ti reca il suo saluto.

 

CIRANO, sorridendo alla luna.

Vedo.

 

ROSSANA

Un essere solo amavo, e l'ho perduto

due volte!

 

CIRANO

Io monterò nell'opalina luna,

Le Bret, senza il soccorso di macchina veruna.

 

ROSSANA

Che dite?

 

CIRANO

Sì, lassù, lassù, ve lo dico io,

mi manderanno a fare il paradiso mio.

Più di un'anima cara esser vi dè in esilio,

troverò Galileo con Socrate a concilio.

 

LE BRET, ribellandosi.

No! no! Sarebbe troppo stupido, troppo ingiusto!

Un tal poeta! Un cuor così grande, sì augusto

morir così!... Morire!...

 

CIRANO

Su brontolone!

 

LE BRET, scoppia a piangere.

Oh, amico!

 

CIRANO, alzandosi, gli occhi smarriti.

Questi sono i cadetti di Guascogna!... — Sì, dico...

La massa elementare... Eh, sì... Ma questo è il punto!

 

LE BRET

La sua scienza!

 

CIRANO

Copernico ci lasciò detto appunto...

 

ROSSANA

Ahimè!

 

CIRANO

Ma che diavolo, andava a far, che c'era

che mai ci andava a fare egli in quella galera?

Astronomo, filosofo eccellente.

Musico, spadaccino, rimatore,

Del ciel viaggiatore,

Gran mastro di tic-tac,

Amante — non per sè — molto eloquente

Qui riposa Cirano

Ercole Saviniano

Signor di Bergerac,

Che in vita sua fu tutto e non fu niente!

Io me ne vò... Scusate: non può essa aspettarmi.

Il raggio della luna, ecco, viene a chiamarmi.

(Ricade, il pianto di Rossana lo richiama alla realtà; egli la guarda,

e carezzandole i veli:)

Io non vò che tu pianga meno il tuo seducente

il buono, il bel Cristiano. Io voglio solamente

che, quando le mie vertebre avrà dòme il gran gelo,

un duplice tu dia senso al tuo nero velo,

e che il suo lutto sia anche un poco il mio lutto.

 

ROSSANA

Io vi giuro!....

 

CIRANO, scosso da un lungo fremito, si rialza subito.

Non qui seduto, non del tutto

domo.

(Vogliono sorreggerlo.)

Niun mi regga!...

(Addossandosi all'albero.)

L'albero basterà.

(Pausa.)

Ella viene. I miei piedi già son di marmo. Già

ho di piombo le mani.

(Raggiante.)

Ma poi ch'è per la strada,

voglio aspettarla in piedi....

(Tirando la spada.)

E con in man la spada!

 

LE BRET

Cirano!

 

ROSSANA, che quasi vien meno.

Ahimè, Cirano!

(Tutti indietreggiano spaventati.)

CIRANO

Ella guarda... Mi pare...

che la Camusa ardisca il mio naso guardare!

(Levando la spada.)

Che dite?... È vana... so... la resistenza adesso,

ma non si pugna nella speranza del successo!

No, no: più bello è battersi quando è in vano. — Qual fosco

drappello è lì? — Son mille.... Ah, sì! vi riconosco,

vecchi nemici miei, siete tutti colà!

La menzogna?

(Tirando colpi nel vuoto.)

Ecco, prendi!... Ecco, ecco le Viltà

ed ecco i Compromessi, i Pregiudizi!

(Tirando puntate.)

Che

io venga a patti? Mai! — Ed eccoti anche te,

Stoltezza! — Io so che alfine sarò da voi disfatto;

ma non monta: io mi batto, io mi batto, io mi batto!

(Fa immensi mulinelli con la spada. Poi si ferma affannoso.)

Voi mi strappate tutto, tutto: il lauro e la rosa!

Strappate pur! Malgrado vostro, c'è qualche cosa

chi io mi porto (e stasera quando in cielo entrerò,

fiero l'azzurra soglia salutarne io potrò;)

ch'io porto meco, senza piega nè macchia, a Dio,

vostro malgrado....

(Si slancia, la spada levata.)

Ed è...

(La spada gli cade di mano, egli barcolla e cade nelle braccia

di Le Bret e Ragueneau.)

 

ROSSANA, piegandosi sopra di lui e baciandogli la fronte.

Ed è?....

 

CIRANO, riapre gli occhi, la riconosce, e sorridendo dice:

Il pennacchio mio!

 

 

Edizioni Voilier

Lucca Comics and Games 2013

 

 


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