:: Claudio Di Scalzo: Libr'Archeo Transmoderno

 

 

 

 

Claudio Di Scalzo

LIBR'ARCHEO TRANSMODERNO 

Antologia Popolare di poeti del Novecento


Non ho miglior libro nella mia Biblioteca Domestica di questa Antologia Popolare di Poeti del Novecento, per sintetizzare l’avventura di questa Archeologia editoriale, e rivelare le intenzioni di Libr’archeo transmodermo sull’Olandese Volante.

Verranno presentati, come nel caso della Collana Pesanervi della Bompiani, dei veri  e propri ready made più o meno rettificati e ri-copertinati di libri del solo passato, frontespizi, illustrazioni: ma quanto conta è il rapporto del libro (archeologicamente esposto) ed il web. E la dinamica ieri oggi di editoria/lettori, libro/autore, divulgazione/nascondimento.

In questa antologia popolare, dunque diretta al popolo dei lettori, i maggiori poeti italiani, la fine novecento li avrebbe confermati come tali quasi tutti, espongono, rispondendo a domande dei curatori, che cosa sia per loro la poesia e il ruolo che debba avere nel mondo. A lato, non detto, c’è un editore che sceglie di pubblicare questa antologia, sceglie!, assieme ai curatori-critici. Sceglie-scelgono tra altri centinaia di poeti. Che non vengono pubblicati. Il lettore, che acquista il libro, sa che i poeti sono i maggiori. O, se avesse dei dubbi, può sempre polemizzare, o cercarsene altri, magari esclusi non inseriti. Metti un altro paio o cinquina o diecina.

Oggi sul web, sui blog, in declino, sui social-network alla Facebook in espansione, non c’è più alcuna scelta (è impossibile ciò accada per la struttura orizzontale del web e per le sue dinamiche) di cosa sia un poeta, uno scrittore, un artista; né tantomeno del perché  e percome la poesia e l’arte e la letteratura debba agire. Ogni iscritto a Facebook o col blog-ombra è autore di se stesso, con lettori ridotti al “mi piace” “non mi piace”, e di fatto, non esiste più l’Autore né il Lettore. Punto! fine della Storia che fu del Novecento.

Forse, e scrivo forse, ed in ciò sperai nel mio inventare giornali glocali telematici e blog innovativi, se chi scrive-crea-inventa segni si fosse riunito in Cyber-Soviet rivoluzionari transmoderni contro la stessa struttura del potere di questo editore immenso capitalistico organizzato in social, qualcosa avrebbe potuto venir liquidamente fuori di diverso. Ma non è andata così. I blog e siti di poeti-scrittori riproducono pateticamente i vassallaggi novecenteschi, con critici e addetti ai lavori senza idee e senza linguaggi adatti, salvo la protervia sul web di scegliere i loro amici e protetti in una insignificanza totale.  

Libr’Archeo sull’Olandese Volante è nello stesso tempo operazione di ri-modellazione e divulgazione di una stagione e re-invenzione per altri segni (accogliendo una nobile tradizione) per il duemila. O almeno per i tempi di questo web dove autore-libro-arti hanno lo spessore che tutti possono annusare-guardare-tastare con un click che l’estetica fa dannare.