Claudio Di Scalzo

RILEGGENDO BLUES DI SERGIO TOPPI

(ricordando Roland Barthes)

Stanotte ho riletto Blues di Toppi ma al mattino ho scritto su Stelio Fenzo. L’ho appena pubblicato su L’Olandese Volante e qui su Fb. Toppi in questo album pro...pone, come in quello dedicato alle Mille e una notte, tutte le risorse geniali dello sperimentalismo grafico e dei topos della letteratura da Borges, al doppio, al rovesciamento dei punti di vista narrativi. Toppi, Battaglia, Pratt. La triade dove il tris letteratura-arte-bellezza (anche sperimentale) abita. Però sono anche autori che erano non portati alla sequenzialità. All’albo dopo albo. Se non da giovani. Poi tavole e storie col contagocce. Anche Giardino opera così. Ma io ho bisogno di leggere molte storie. E quando leggevo il Vittorioso e poi il Giornalino… in edicola… Stelio Fenzo (pure amico di Pratt) era garanzia che avrei avuto tavole a iosa… come mi accadeva con Tex e Zagor e Blek Macigno.

 

 

 

 

In ogni caso per me, il fumetto, in alcuni casi, è “letteratura disegnata” (Pratt) anche in albi sequenziali, in edicola, (e non come pensa U. Eco Pratt sì e Julia no!) e bisogna ad essa avvicinarcisi con “letture” adatte. Se possibile. Io questo cerco di fare. Una sorta di “Piacere del fumetto” (ricordando il Barthes de “Il piacere del testo). Evitando i soliti “mi piace” o la dittatura del superlativo assoluto. L’autore, il fumettista, anche prezioso artigiano, non abbisogna di pose intellettuali o intellettualistiche (si danneggerebbe, penso al gruppo Valvoline, preso in giro da Pratt) però credo debba incoraggiare che ad occuparsi della sua opera-lavoro in progress ci sia assoluta serietà critica. Sono molte le riviste e i saggisti a farlo. Non abbisognano certo che arrivi io. Però la saggistica creativa o la para-narrazione sul fumetto è poco diffusa. Insomma il fumetto può ispirarsi alla letteratura ma può, a sua volta, ispirarla.