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:: Mauro Boselli per Ticci e Frisenda: due Tex, due incipit. uno Color uno Bn
10 Settembre 2013

 
 
 
Mauro Boselli per Pasquale Frisenda e Giovanni Ticci
 due Tex, due incipit. uno Color uno Bn
 
Sto leggendo gli ultimi due Tex in edicola, “Lo sciamano bianco”, Color Tex, euro 5,50, e “Il segreto del giudice Bean” , n.635, euro 2,90. Parto dalla sceneggiatura, a firma di Mauro Boselli. Per raccontare come una stesso sceneggiatore riesca a modulare due diversi incipit. Che poi i disegnatori, con il loro stile, interpretano fornendo però due risultanze all’immaginario detto mondo di Tex e del West ai possibili lettori, a me di certo. La prima tavola ha qualcosa di classico, che la narrativa western - che nessuno più legge dai tempi di Pratt forse anche perché non la ristampano più e Zane Grey è più obliato di una citta fantasma - e dopo il cinema hanno proposto come incipit e laccio per chi s’avvicina alla storia: una canoa di indiani scivola su di un fiume incastonato tra monti selvaggi e dall’alto, nel fogliame, occhi inquieti ne scrutano il vogare lento e imperioso. Le tavole seguenti riveleranno che due cercatori di tesori, uno più giovane e l’altro più maturo, si son ficcati in zone dove indiani estremamente negatori del mondo dei bianchi e anche delle loro ruberie, possono financo ucciderli o tentare di farlo. Mi fermo qui. Dopo apparirà uno sciamano, legato al mondo dei mormoni, e voglio proprio scoprire come questa setta, che poi diventerà tanto influente in America, viene presentata. Cominciò Conan Doyle nel celebre “Uno studio in rosso”, a dar valenza di mistero commisto ad eventi anche torbidi a questa fede. Il disegno di Giovanni Ticci si adatta perfettamente a queste dinamiche avventurose classiche e ogni tavola ne dilata o restringe un episodio,  tralasciando quindi la rappresentazione di altre quotidianità. Quali altre quotidianità? Per rispondere devo sfogliare l’altro incipit dell’albo. Qui il passaggio del disegno di Pasquale Frisenda, da Magico Vento, a Tex non poteva portare cambiamenti anche narrativi. Mauro Boselli fornisce allora un altro incipit e un altro andamento all’avventura.
 
 
Incipit con cadavere riverso bocconi con avvoltoi sulle spalle volteggianti. Il fuoco dei fucili dei due pards è feroce, falciante, esplicito. Anche il sotterramento sotto pietre viene rappresentato. Però è nelle pagine seguenti che sceneggiatore e disegnatore rivelano una cancrena, come viene brutalmente curata col ferro rovente, e soprattutto come il bandito malato si lamenti offrendo una svolta al solito attacco dei rangers ai criminali. Questo è un altro modo di raccontare Tex. E’ una novità. Non di poco conto. E se ciò è vero segnala che la casa editrice, la Bonelli, ha innestato la marcia adatta – stilistico-interpretativa – per rinnovare aderendo alla sua Tradizione.
 
 
Se proseguirò questa ermeneutica da lettore di fumetti, con particolare rispetto per le case editrici che forniscono mese dopo mese albi e personaggi in edicola, scriverò di queste innovazioni che necessitano sia di nuove sceneggiature sia di disegnatori che le interpretino al meglio. Perché poi sono le espressioni, le azioni, le dinamiche dei personaggi nelle tavole a costruire il fumetto. A questo proposito intendo scrivere sui due albi: ”Braccato” e “Partita truccata”, di Tex, 623, 624, dove su sceneggiatura di Tito Faraci - proposto un interminabile e memorabile duello tra gli alberi - Pasquale Del Vecchio disegna il Male nel volto dell’assassino Parker.
Claudio Di Scalzo
 


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