:: Claudio Di Scalzo: Camera Mortuaria 7 di Medea T. Vir |
CDS: "Settima Camera Mortuaria di Medea T. Vir " - 17 luglio 2011 (detta del "Serpente Cosità dell'Essere")
Claudio Di Scalzo 17 camere mortuarie per il 17 VII 2011
7
Con più recisione
Ci vuole recisione Con folle gelosia prodigio Per scannare la passione Renderla poltiglia nel bigio Canticchia il Serpente Cosità nella camera mortuaria sette mentre sinuoso si flette. Nel terriccio scuro suolo Quanto fu poesia tien sede Cancellata ha mesto ruolo D’ex Cosa che né si legge né si vede Medea T. Vir gli ex versi belli Li intinse nel color nero Volle ridurli a ex modelli Dando all’amato Giasone dolor vero Recita appassionato il Serpente Cosità la filastrocca dell’aspra minorità Tutta leggiadria variopinta Mista a infedeli fole Riconobbe Furibonda fu sospinta In amaro luglio di sole A scannare i figli-files del condannato. Vi narro in tomba la ex bellezza Protetta dalla Fantasia Dea A chi la sua forma apprezza Rispettando chi la crea. La vicenda è matta e dura Però quaggiù il dolore la depura Ancor la poesia avrà modello D’invenzione e firma d’artista I figli di Giasone ancor nel bello Torneranno ad altra vista. Lassù in luce estiva meridiana E la recisione sarà stata vana. Questo afferma il Serpente Cosità Che sull’Essere del Fingitore molte cose sa.
Vi è piaciuta la filastrocca poetica? Son canterino stamani serpentino su questo destino da mani sms che, se esistesse ancora, mi ci berrei un aperito Punt-Mes. Recito la mia parte di serpente, siam tutti attori in questa cupa vicenda sotterranea, noi personaggi e di più, penso-credo-rimugino-monologo… l’autore lo è. Un teatro-palco allestito in camere mortuarie è anche da ridere probabilmente, aperto a soluzioni varie, e follemente adatto al tenebroso in cerca dell’arioso. Vero? C’è del Piranesi in questa prigione mortuaria, nel trascorrere dei mesi, nei nasi ingabbiati verso il nulla si Giacometta la morte, e fa pure capolino il Fussli dell’incubo convinto suggeritore, a noi tutti e all’autore, che la troppa ragione-ragionevolezza genera il mostro in te, Topolino Virgolina diventa Medea T. Vir anche per questo. Si scespirizza la poesia che non s’atrofizza, nonostante l’empito della malnata recisione, e da questa recita nascono altri segni, scritti e disegnati, intrisi di passione, di conflitti tra quanto è spirituale e terreste nelle cose di noi attori, di noi simboli, di noi maschere spennellate di divino e demoniaco. Giasone Accio stesso, seppur malmesso nel dolore della perdita dei figli, è un personaggio che realizza il dramma nelle camere mortuarie perché è eroe ed istrione e sa mescolare, è nato così che possiamo farci diceva sua madre sarta, la bellezza del gesto poetico con la scurrilità beffarda del commediante. Però a questo punto delle tavole colorate con matite da supermercato e chine straccione, subiscono la loro metamorfosi, sorta di transmutazione - del resto Accio Giasone è cristiano ladrone - scenica. L’emozione dilata il rappresentato, quanto partì mimetico diventa orfico, metafisico, simbolo: questo autore figlio d’un camionista anarchico riesce a mettere in comunicazione l’umano e l’azione del divino negli atti, ci sono anche illustrazioni ontologiche per certo debitrici d’un filosofo di Riga Nicolai che presiede ai luttuosi lai su spoglie recise di poesia. Hartmann letto da un man di Vecchiano a Marinella tellina bella. Ce n’è abbastanza per concedersi alla scoperta allegria che l’antico più o meno classico s’intreccia col moderno. Anche e soprattutto perché una maghetta ha gettato via delle Cose poetiche lacerandole e cancellandole. Questa mia recita si conclude dicendovi, lettori, al di là del palco, che mi guardate nella camera mortuaria numero sette con le tirate fossette sul mento, che soltanto il serpente che sta in Dioniso nel suo lato sinistro, sarò comunista?, poteva declamare che l’avventura estetica utile che possa aspirare alla bellezza sta nella trance, nell’estasi, nell’essere, fin dai miei tempi greci arcaichi, e che questa via l’ho insegnata a tanti, tra cui Fuseli-Fussli e Giacometti e Piranesi, e Shakespeare, e Nietzsche, perché la natura profonda dell’uomo, e ancora più dell’artista, necessita che Giasone Accio, l’autore, i personaggi nelle camere mortuarie vincono la recisione di Medea T. Vir perché ciò hanno vissuto. Va a loro il mio tenace affetto di Serpente dionisiaco e saggiamente – serpente che non mente dinanzi ad una pastasciutta al dente - auspico, che il soccombente calco di Euripide, e la donna che ispirò il personaggio all’autore reciso, intenda questa lezione morale e filosofica e artistica in ritrovata umanità.
ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011 Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. Ne richiedevo l'uso perché il poeta e saggista Giorgio Luzzi aveva in progetto di scrivere sul mio percorso letterario-artistico per una pubblicazione. E contavo di spedirgli miei scritti e la seconda parte di una "Autoantologia" la cui la prima parte era stata pubblicata sull'annuario Tellus 30 "Nomi per 4 stagioni" nel 2009. Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / Anche quest’anno, per l’anniversario, torno a narrarla, questa “distruzione”, con i miei strumenti d’autore. Divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele - ne ricaverò mostra in galleria – saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone Accio.
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