:: Corsara della Metamorfosi: Editoriale da Weimar

 
 
CORSARA DELLA METAMORFOSI
 
EDITORIALE DA WEIMAR



Corsara della Metamorfosi nerita filosoficamente impreziosita - cds 2011
 
 
Caro Olandese,
 
ti scrivo da Weimar. Sono - come sai - per alcuni giorni in Germania, sulle tracce di archeologie intellettuali post illuministe:
m'aspettavo d'introiettare echi rivoluzionari e fortificare le mie conoscenze in materia letteraria, e raccolgo invece la provocazione dei sempiterni giovani Romantici Poeti, che proprio in questo internet point dal quale ti scrivo, mi parlano di frammentazione dell'Umano ai tempi dei social nework!
 
Ma tu, Olandese, lo sapevi che i Romantici erano anche Pirati?
Riassumo. Ho trovato diverse richieste di amicizia sul mio fb: i fratelli Schlegel, Jean Paul, il buon Schiller, Schelling e Fichte. Hegel s'è chiamato fuori dal gruppo di discussione al quale mi sono appena unita.
Lo spunto di riflessione è sempre lo stesso, il secolo imbrattacarte ha un nuovo romanzo, dicono: il "diario" in cui si moltiplicano Maestrucoli Wutz in carne ed ossa, convinti di trovarsi dinnanzi a copia-incolla delle loro autobiografie dietro ogni angolo. Proliferano fiere librarie e concorsi che abbruttiscono la materia poetica (E IL GIOCO?, grida preoccupato Schiller dietro le lacrimucce di decine d'emoticon).
Traduco (mi scuserai, il mio tedesco è buono ancora, ma certo arrugginito) un passaggio da questa conversazione di gruppo, un interessante intervento di Schlegel (F.):
 
"Dei molti romanzi che ad ogni fiera del libro vanno a rimpinguare la nostra lista dei libri, i più compiono talmente in fretta il ciclo della loro insignificante esistenza per ritirarsi poi nell'oblio e nella polvere delle giacenze delle biblioteche di quartiere, che il critico letterario deve mettersi immediatamente alle loro calcagna, poiché teme di trovarsi nell'incresciosa situazione di spendere il suo giudizio per uno scritto che in realtà già più non esiste."
 
Ricordo a Schlegel la sua proverbiale ironia, l'uso innovativo che ne fece e gli chiedo allora cos'è che non va, se - dopotutto - non sembra essere cambiato molto, dai giorni del Terrore.
Non ricevo risposta. Il gruppo s'è dissolto. Marx, per ultimo, ha rilanciato la palla (rossa!) alla teoria schilleriana del gioco. "E allora la Rivoluzione? - chiedo - "la rivoluzione estetica, quella letteraria e morale, l'Idealismo?, la benefica rivoluzione?". Nulla.
 
Eccomi allora qui, stordita. I Poeti hanno sciolto il circolo, sono migrati altrove.
E noi, Olandese? Ancora una volta torna il quesito, avanti nel tempo (software che scrivono libri) o indietro (rivoluzioni e controrivoluzioni) si guardi: perché scrivere?
 
Da questo spazio virtuale ti saluto, inquieta, perché proprio mentre uscivo dalla discussione, una voce s'è aggiunta, lapidaria: "Non scriverò più!", firma un certo C.P.