:: Claudio Di Scalzo: Olandese incontra Senta-Corsara della Metamorfosi

                           

CDS: L'Olandese e Senta-Corsara della Metamorfosi

 

 

 Claudio Di Scalzo

L'OLANDESE INCONTRA SENTA-CORSARA DELLA METAMORFOSI

 

 

                                                                                                                                  

 

 

L’Olandese al timone della nave volante, mentre Senta-Corsara della Metamorfosi dorme tranquilla a poppa, confessa alla sciarada stellata che, follemente, per anni ha reso racconto vite inconsci sogni di donne. Questo era il mio destino, il meno letterato tra i naviganti in forza alle flotte d’ogni grado accademico, se viveva un sentimento ne nasceva finzione poetica accosto al reale. La mia  biografia giovanile avventurosa – composta di oralità e punti di vista i più diversi – fin da quando m’aggiravo nei porti della Toscana tenne in sé  il mare mosso dell’eros delle passioni della sconsideratezza, e solo per questo ne vivevo i capitoli. Anche se non li intendevo, o li capivo dopo o a metà. La pericolosità, o maledizione?, della nave e del suo capitano stava in questo indice dove l’incipit cambiava continuamente e ogni finale era per me rimandato, inferno o paradiso che fosse. Per chi s’imbarcò legandosi a questa narrazione, innamorandosene, a volte mi son trasformato in calamaro gigante, orca, balena nera. E ho avuto fame. E la fame era empia, immorale, mi allontanava dall’etica e da Dio. Ma poi è arrivata Senta-Corsara della Metamorfosi. E mi ha salvato. Ha salvato l’Olandese e la sua nave. Facendomi conoscere un altro lessico per le mie metamorfosi romanzesche. Perché pur non essendo letterato e neppure poeta, son letteratura allo stato puro come ossigeno che impone un’altra respirazione. E la donna Senta ha imposto alla pari respiro a me. Questo l’evento fondante e salvifico della mia vita. E l’amore per Senta-Corsara della Metamorfosi sarà per sempre. Nel giorno che viene e che si mesce con il verde rame delle onde lisciate dal vento ottobrino, sorrido sale e pepe all’ultima stella che vedo, e intuisco che mi strizza l’occhio, come a dire non esser troppo sublime, Olandese, che le bettole non le scorderai nei porti, e ancora vi tornerai, ma stavolta a brindar con Senta. E anche questo Dio a te consiglia.

 

 


Corsara della Metamorfosi nell'acquoreo celeste-web - 2011



 

Sempre raggiungi il sublime quando arrivi al guscio di noce-olandese volante, guscio rovesciato che per il bimbo diventa veliero (e per gli altri è e rimane guscio rovesciato se, finito di giocare con te, s'accorgono che tu il gioco lo sai continuare: e non ti stanchi e non senti il peccato del non ritorno). così il sublime diviene racconto e il racconto rito. e mi ricorda - sui generis - trasposizione narrativa del verso elytisiano: apertura continua a mondi altri. con la differenza che l'Olandese uomo e personaggio dimentica e ci si perde dentro (in questo sta, se c'è, il peccato). e Senta accoccolata polena a volte si fa rostro appuntito, pungolo terribile. trafigge i muscoli dell'Olandese e attraverso il dolore, dalle aperte ferite, fa in lui riaffiorare il ricordo: la via di casa. Ché perdersi è male, è rovina. Ma l'Olandese, per salvarsi da bimbo, ha dovuto mollare gli ormeggi per sempre, era quella la salvezza; e confidava che un giorno, ormai lui alla deriva, qualcuno sarebbe arrivato frangendo la bianca spuma del mare, per riportarlo a casa. Questa è Senta-Corsara della Metamorfosi, questo è il suo Destino.