:: Claudio Di Scalzo: MacIntyre per Olandese Volante

 

 

 

Claudio Di Scalzo

L’età della nobile identità portatile

artistica e veristica

ovvero

Alasdair MacIntyre per L'Olandese Volante 

Nei tempi telematici del web, elettronici per scossa continua d'immagini e suoni e parole attivamente notte-giorno in giro d’onde liquide su skype e social network e vari siti… L’Olandese Volante propone che sul suo scafo si formi rifrazione-cura e comunità che dura (il tempo della fantasia di farvi parte con i segni) dell'identità portatile dei marinai come dei capitani di più lungo corso attivi nella velatura di testualità e immaginarietà. E che la Barra Rossa in altosia la nostra intesa e comunitaria vocazione.

Perché ciò si addipani e sdipani a seconda della velocità che ciascuno intende porre nell’avventura che è sempre ubiquamente dislocata in altri altrove: si pubblica sull’OV, si rilancia su Facebook, sui siti amici e così via, L’Olandese Volante, sulla sua prua tien di conto, una pomona?, delle teorie di Alasdair MacIntyre, del suo libro “Dopo le virtù”.

Ogni individuo ha un ruolo e un rango prestabilito entro un sistema ben definito e rigorosamente determinato di ruoli e di ranghi. Le strutture più importanti sono quelle della parentela e del casato. In una società del genere un uomo sa chi è perché conosce il proprio ruolo in queste strutture; e conoscendo questo sa anche che cosa deve e che cosa gli è dovuto nei suoi rapporti con coloro che rivestono tutti gli altri ruoli e che appartengono a tutti gli altri ranghi. (da “Dopo la virtù”, p. 149, Feltrinelli, Milano 1988)

Provando a piegare l’immaginifico immaginario filosofico-politico dell'omerico Alasdair alla nostra necessità corsara-web, possiamo dire che L’OV cerca parentela e comunità portatile in chi è coinvolto dal Transmoderno avventurarsi nell’immensità dell’immaginario e del reale nel Duemila. Ogni autore può organizzare con noi la vibrazione della sua soggettività portatile per far emergere fisionomie inattese – anche ombre – oltre le apparenze più consuete e ciò nominarlo letteratura o arti, sperando che tal nominazione regga nel flusso.