:: Karoline Knabberchen: Erbario Cristologico Minimo con Girasole Primula Fresia. 4


Karoline Knabberchen (1959-1984) tra i girasoli a Migliarino Pisano.
Pisa Nord ingresso autostrada
Estate 1983 



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Karoline Knabberchen

ERBARIO CRISTOLOGICO MINIMO CON GIRASOLE PRIMULA FRESIA

4

In presa diretta, per interno cascinale, con appunti-cinepresa da stanza a stanza, filmo l’abissale differenza - nel tempo estivo 1983 - tra me e Fabio mentre siamo intenti a qualcosa che ci definisce come attività di lavoro, la mia; di svago perenne quella dell’indomito fotografo.

Lui è intento a cercare, “drammaticamente”, il primo numero della rivista degli Umanoidi Associati Metal Hurlant in edizione francese, rarissima nella sua idea di collezionismo, l’ho persa qualcuno me l’ha spostata o ora in questo caos chi la ritrova?!, ed ai piedi del canapè dove staziona gingillando la storica Nikon F2 lustrandola come l’orefice il gioiello in vetrina, sparge ponderose letture di fantascienza nella colla Urania.

 


Primula


 

Io sul tavolo dove scrivo - qui tengo la Valentine Olivetti e penna stilografica Pelikan - sono alle prese con estratti da libri che fan tremare i polsi, espressione proverbiale pisana, perché mi gettano nella riflessione teologica e filosofica e sulle differenze tra teologia e filosofia ho letto stanotte mentre il fotografo se ne stava nel grandangolo del bianco letto quieto come tizzone abbronzato ideando inconsapevolmente la sua migliore foto in bianco e nero, il basilare testo di Karl Barth non tradotto in italiano, “Philophie und Theologie” pubblicato nel 1960; e, rifletto sul Corpo sull’Amore degli amanti sposi fidanzati utilizzando la domanda che Meister Eckhart pone a inizio del suo trattato Von Ahgeschiedenheit dove la virtù massima è quella della separazione e cioè il distacco dal distacco. Con accosto l’abbozzo giovanile n. 10 di Hegel contenuto nelle Theologische Jugendschriften dove evoca una specie di fenomenologia del rapporto d’amore a partire dal corpo degli amanti dal figlio possibile che ne consegue.

Per Eckhart la creatura, che sia uomo o donna che ama nella terrestrità, ambisce a tornare, operando distacco, all’Uno-Dio perché esso sta in lui vivente nel mondo così come lui essere umano sta in Dio. E se matura questa attrazione irresistibile è perché s’affida alla Grazia che opera nel suo corpo. Questa calamita agisce in me fino a torcermi, però nella gioia, come fossi girasole svettante nei campi che bordeggiano la strada verso Marina di Vecchiano.

E da Hegel che ne ricavo? Da questo monumento già allestito in giovinezza che rese ardua e bisbetica la vita in vecchiaia al mio amato Schelling? Nel frammento è già portentosamente dialettico in materia di corporeità e amore. Anche da Hegel ricevo scossa seppure lui mi torca. Non la luminosità che mi viene da Eckhart. Hegel scalda e raffredda e se sole è velato per me girasole.

L’intuizione hegeliana è che l’amore supera e riunifica, provvisoriamente, ogni differenza e separazione. Nello slancio amoroso nella sessualità che unisce nel rapporto dei sensi. Nel figlio che può nascere. Io voglio un figlio. E Fabio rimanda. E non accetto questa sua scelta. Che mi fa soffrire. Hegel afferma che l’amore non genera unità vera e duratura. Il rapporto sessuale finisce. I corpi si staccano. E tornano a soggiacere alla regola dialettica della contrapposizione. I corpi possono a questo punto, tornati alla individualità, pure essere rischio e rottura dell’armonia creata dall’amore spirituale e da quello dei sensi. Sono suggerimenti sull’amore che turbano. Non è come cercare il numero mancante della rivista a fumetti o fantasticare su galassie lontane e viaggi interplanetari. Leggendo Barth Eckhart Hegel mi dirigo col mio corpo che so bello grazie a Dio e sussultante nella tosse chissà per quale angustia del male verso me. Però amando Fabio domani troverò un punto comune di contatto, dialettico?, al Campo della Barra. Pianteremo assieme Primula e Fresia. Lui ha mestiere contadino ereditato dai familiari e io cercherò di farmi amiche nei colori queste piante erbose come fossero i filosofi che con le loro teologie e filosofie mi hanno piegato il gambo.

 


Fresia

 

Guardo Fabio dormiente. Raffigurazione della pace. Vado a posare la testa bionda su quel petto scurito dal sole. Sempre girasole sono e se si sveglia col permesso del Meister e di Friedrich lo bacio tutto. Per stare con lui Uno.