:: CDS: Trittico in foto a venire di Medea e Giasone. Genealogia con obiettivo morale


CDS: "Nudo occhio liquido spiumate ciglia" - Aprile 2020





Claudio Di Scalzo

TRITTICO IN FOTO A VENIRE DI MEDEA E GIASONE.

(Genealogia con obiettivo morale)


 

I

OCCHIO SPIUMATO DI MEDEA
Ovvero
NUDO OCCHIO LIQUIDO SPIUMATE CIGLIA

 

Parte animale dell’occhio pesce spiumato uccelletto nudo accompagna trasparenza umana. Liquida ribalta nell’ambiguità l’istinto presente al bere al bagnarsi al godimento. Ambiguità irrisolta del Diario in Pubblico come profezia del nuoto nascosto corpo intero che rientrerà distolto lo sguardo; tu che vedi me esposta pupilla doppia, dal presente condiviso al tempo uno per il passato di me liquida donna in qualche produzione discorsiva erosentimentale. Il surrealismo domestico con la Veuve Clicquot sparge senso a bollicine all’elemento irrazionale colto dallo scatto. C’è sempre un patto tra me donna desiderata, dal fotografo messa in posa, e l’obiettivo voyeur, quando dico: Ceci n’est pas un animal anche se la sua episodica condizione la recita in quella ch’è, sia rivelato, un’esca.

 

Apparizione subitanea equivoco del potere

della lingua scatta la nota che ti rassomiglia

pesciolina lecca argonauta fuori gabbia ubriaca.

Sulla cuspide seno nascosto luna e stella.

Sfiorale col dito bagnato spumante nel calice

ombelico ove si consuma, ruotami, il vuoto.

Aprimi miraggio - a te mi do in assaggio - intera

nella realtà post-fotografica artifex: passibile,

e punibile, che frusta tradotta userai?, d’ogni

plastificazione vitrea in video fino al neo.

Oh oh diomeo son occhio stordeo Medea

pe’ ir su’ Giasone baro fotografo anfitrione.

 



CDS: "Medea Fiore con altri fiori" - Aprile 2020



 

II

FIORE E ALTRI FIORI
 

Primavera che torni a levante materia

si cuce floreale. Labbra annunciano trame assidue

tra bacche sangue caldo rallegra buie strade

nel colore coronato di presente fotosintesi.

Clorofilliana sposi la sera che risana?

 

La forma fiore si rivela reale e in stoffa e come seno nascosto. Segni accostati dallo scatto fotografico birbante basta un istante. L’idea del visibile desiderante - il fotografo è un amante? S’avvicina dopo esser stato distante? È ante e post entusiasmante? - vale per chi immagina il petto sollevarsi il fiato sulle labbra posarsi sui fiori disegnati e reali. L’osservatore, anche il fotografo lo è, fruisce l’immagine, i fiori reali stoffa seni, come scrittura in partitura fenomeno linguaggio. – “Quale fiore mi dai in assaggio?” chiede impertinente alla modella. “Nessuno Giasone”, risponde, “però ti faccio succhiare l’occhio nel vetro di me Medea del primo scatto”. Poi aggiunge con carnose labbra: “E non mi tradire come fotografo, sennò taglio la gola ai fiori che son figli anche del tuo destino. Come in ogni genealogia del mito riattualizzato. Con i corpi esposti e subito nascosti”.

Giasone fotografo intuisce ch’è prigioniero d’una malìa. Incantatoria. Il segno da Platone a Saussure, travasato in fotografia, la Maga lo conosce meglio di lui. Ne è protagonista se vien ritratta. Ne fa profezia nella rappresentazione surreale del corpo. Senza la testa esposta fa parlare la psyché: Soggetto posizione nel mondo fantasmatico del mito: Coscienza ove è necessario trovarsi e dominarsi per dominare. 

Giasone allora dice: “Che il seno fiore tuo Medea sia esposto e velato e fotografato”. Lei ubbidisce. Si veste modella ancora fiorita. Sa che con l’ultima foto la condizione, irriducibile del loro legame, avrà ancora elaborazione del senso, in immagine. I suoi occhi pesci dai dentini aguzzi nuotano sul petto del fotografo. Socchiusi dicono che la quarta foto, che non sarà scattata, sarà amplesso. Feroce e dolce come ossimoro realizzato, rappresentato per interno cascinale teatro (trovata spazializzazione), di interiorità, ipseità costituito senso, ed esteriorità (rivelata dalle tre foto mancante la quarta dell’accoppiamento) scivolante verso l’alterità. La fotografia in rima apre all’esperienza del Mito greco transmoderno.

 

 


CDS: " Mistero Fiorito di Medea" - Aprile 2020




 

III

MISTERO FIORITO SUL DITO
 

Ancora fiore reale tra le dita fiore ricamato stoffa fiore seno velato. Li porgi sotto tre cuori. Come tesi antitesi sintesi? Che la fotografia accenni alla possibile liberazione dal modello lineare fonetico-alfabetico si può tentare. Una disgrazia secondo il Nietzsche della “Genealogia della morale”. Questo alfabeto origine del pensiero occidentale. E fu proprio Euripide col suo teatro a canonizzare l’abbandono del Tragico originario musica parola corpo. Espungendo Dioniso. Dando potere allo spettatore sul corso degli eventi con la parola. I risultati ultimi stanno nell’oggi catastrofico sul web nei media nei libri in circolo. Senza la musica che fondi il tutto.

Medea Cardellina annuisce. Sorride. Il fotografo Giasone ha capito. I fiori che porgo rappresentano la rinuncia alla voce per farli fiorire nel silenzio. Fiorisce la rosellina tra le dita, bagnata dallo scatto nel tempo a venire, fiorisce il fiore ricamato nel tempo teleologico che ignoreremo, fiorisce il mio seno sotto i tuoi baci che senso non cerca nella nostra storia, ma solo sensi.

La fotografia con me modella Medea maga protagonista, la tua reflex digitale come Argo, in esperienza concreta, conducono ad un’altra pratica d’immagine scritturata. Per il Tragico originario. In sua genealogia adombrata. In questo presente. Cosa mi rispondi Giasone? - Che lo terrò a mente.

Gli amanti a questo punto si abbracciano. Il riso sulle labbra di Medea è cristallino, dionisiaco, nell’attimo si riunisce l’elemento fonetico grafico simbolico concreto. Saranno amanti, nella notte, in genealogia adatta oltre ogni credenza verità sistema lingua.

Dice Giasone: Medea che fatica essere nicciani!

Risponde ironica la Maga: Bisogna stropicciare i fiori con i corpi le mani!