:: Giovanni Boine Cartevaneggio come Cacciucco di me-ciucco. Cura Claudio Di Scalzo. Per il centenario della morte il 16 maggio 2017


Giovanni Boine nel CARTEVANEGGIO - CDS 2017





GIOVANNI NOINE CARTEVANEGGIO COME CACCIUCCO DI ME-CIUCCO

Cura Claudio Di Scalzo - Centenario della morte il 16 maggio 2017


 

PREFAZIONE. Sto ritrovando, su spinta di Sara Cardellino, il mosaico da ricomporre, che preparai per il CENTENARIO di GIOVANNI BOINE nel Maggio, il 16, 2017. Che avrei donato al mio SOSIA CDS imbarcatosi, riluttante, nella ri-edizione dei DISCORSI MILITARI e semi-inediti per i tipi della Fondazione Museo Storico del Trentino. A chi nel libro si occupa del CARTEGGIO boiniano accennai che antologizzare lettere era operazione poco innovativa, simil-accademica/universitaria senza averne scientificità che in sti’ posti si à-dà-fà, ma non fu inteso il mio CARTEGGIO ove BOINE VANEGGIA. Illustrato fra l’altro.

Oggi alcuni tasselli li pubblico sull’OLANDESE VOLANTE e sul SOCIAL FACEBOOK nel 106° anniversario della morte di Giovanni Boine. CARTA CANTA.

 

 

Caro Casati,

Ti spedisco lettere a frotte che con stupidella rima escon dai miei polmoni grotte, ch’è a volte fanno a botte e son lette sempre storte! Anche da te? Proprio riguardo alla guerra che qui a Porto Maurizio scorgo ho scorto oltre l’orizzonte.

A volte per risollevarmi da questo CARTEVANEGGIO immagino di sminuzzare pezzi di lettere come si fa col pesce povero o ricco ch’è avanzato ricavandoci minestra zuppa. A Livorno lo chiamano Cacciucco.

Te ne propongo un esempio, di questo cacciucco di me-ciucco, ricavato dalla lettera che t’ò spedito il 14 agosto e da quella del 18 agosto sempre di quest’anno.

Mi sembra che tolte lische coda pinne branchie testa l’amalgama riveli la mia confusione epperò anco passione con visione che non sia la solita nidiata dell’Illuminismo e Liberalismo pigolante e nemmeno  solito Socialismo barricadiero ove i capi dicon “io c’ero” anche se stanno come i preti in chiesa ad accender cero. Spero di farti sorridere mentre penso che Papini e Prezzolini son proprio dei guitti del pensiero nero seppia pesciolini! 

 




 

Ad Alessandro Casati (Porto Maurizio, 14 agosto 1914)

Caro Casati,

Grazie per l’assicurata. E, sì grazie per le buone parole. e, sì grazie per le buone parole. io non so se gli amici rincrescano ora (a ragione) i tre soldi del francobollo o se (forse) non sappian che dire: non mi scrive più nessuno. Un poco più del solito ho l’impressione del deserto: d’essere l’unico uomo nel giro di duecento miglia. La solitudine ha gusto d’amaro.

Questa buona gente che ho intorno non si muove granché. Ha aumentato di prezzo le patate. Chiacchiera nelle botteghe, parteggia (tepidamente) per la Francia e fa quanto può il suo affare.

(…)

Ed anche tutta quest’altra baraonda europea ci son momenti che m’impaurisce ed un poco la sento alla Joseph de Maistre come un necessario inutile olocausto di sangue, tributo alla legge dell’universale sacrificio; ma è d’altro canto così terribilmente vuota d’idealità, così “economica” esclusivamente, che quasi non vorrei interessarmene che in quanto materialmente mi tocca.

Vorrei sentir Prezzolini dissertare sulla voracità con la quale l’Idea si getta nella storia etc. ma io sento ora più che mai quel che ho scritto, che se bene addentro scavi alle sue radici l’azione, l’agire, la pratica, ci trovi non il Dio che si dice, ma non so che diabolicità invincibile, categoricamente immutabile dall’inizio dei tempi a noi.

(…)

Ma non è detto che la Germania si lasci pestare senza darle come si deve. Ora ti dico proprio il mio cuore ed è che sì, economicamente se i tedeschi saranno battuti noi ci avremo vantaggi. Sto dunque con i giornali e con i borghesi, ma esteticamente questi tedeschi sono la più bella gente del mondo, la più bella nazione e se codesto verminaio slavo francese la disfacesse, ci soffrirei. Tuo Boine

 

Ad Alessandro Casati (Porto Maurizio, 18 agosto 1914)

Caro Casati, (…)

Mi urta questa francofilia, che c’è in giro. E sì, dobbiamo batterci con gli alleati francesi e con per nemici i tedeschi, meglio gli austriaci. Ma la cultura e la civiltà in tutto ciò non entra. (…)

Se gli alleati batton la Germania i francesi intoneranno il peana. Ma sarà senza che lo sappiano, un treno funebre. Perché sarà il trionfo della Democrazia Joseph Caillaux. Gustave Hervé avrà doppia ragione d’essere internazionalista. E io dico che sissignori la “civiltà” è in pericolo. Ma chissà cosa intende per “civiltà” Giuseppe Prezzolini. La ragione per cui Salvemini è per la guerra e sta per la Francia è che s ela Francia è battuta è battuta la democrazia suffragio universale. Facciamo la guerra con gli alleati che il gioco degli avvenimenti ci dà. Ma da ultimo converrà siam preparati a star da noi. Io sono per l’Italia.

Scrivimi ed indirizza sempre qui. Raccomando questa lettera perché s ela mobilitazione la sorprende chissà se t’arriva. Ma scrivimi. Non sto niente bene. Tuo Boine

 

 

CUOCO DI SCALZO sul Cacciucco Boiniano.
Cottura e bruciatura pane coll’aglio che fa drizzar il polemico pipo-battaglio!

 

Lettere in CARTEVANEGGIO dove ci stan le abbagliature conservatrici di Boine con prezzo delle patate e notazione antropologica e sociologica che agli italiani se la guerra è lontana o fuori dai confini nazionali poco gliene frega.

Nessuno scrive al soldato semplice (che colonnello casomai lo è nella trincea provinciale, tanto per ricordare Marquez) perché, lui-lo sospetta, nessuno in maniera intellettuale si scambia trovando parole adatte, da faticosamente-paura scoprire, con malato tisico piede nella fossa.

Per questo, lucido-Boine, sembra lambisca una Teologia Negativa dove gli eventi nella Storia, altro che l’Idea prezzoliniana banal-hegeliana tradotta sulla condotta del possibile fronte armato, gli affari terrestri son tramati dal Demonio altro che da un Dio buono e un po’ distratto.

Boine che osteggia Liberalismo Illuminismo e varie declinazioni borghesi figliate dal 1789 ricorda Joseph de Maistre. L’alfiere di ogni Dio Patria Famiglia. Per metter ogni sinistra sulla griglia che sia alla La Fayette o giacobina sempre son fitte e rovina. Ma Boine è conservatore rivoluzionario, Destra che pesta chi facilmente di Democrazia falsa il mondo innesta, tanto da star coi Tedeschi (in questo pure Dino Campana con tanto di dedica al Kaiser sul frontespizio dei Canti Orfici). Ed ha naso-fiuto perché Joseph Caillaux intende la Democrazia come autoritaria e bastonataria tanto che nella sua lunga vita sarà tra gli artefici della caduta del Fronte Popolare alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale e il ricordato da Boine, Gustave Hervé, prima della guerra antimilitarista e poi militarista sfegatato fonderà copia francese dei Fasci mussoliniani. Gentaglia!

Il CARTEVANEGGIO-CACCIUCCO poi ha gusto massimo nella presa in giro di Prezzolini e Salvemini. Altri, il prima trasformista sommo per star sempre in pista, vero uomo di Destra-Cialtrona-Ridanciana; il secondo sempre a concionare sulla democrazia borghese da altare.

Boine scrive e non sta “niente bene” cioè la tisi lo mutila e nel 1914 della neutralità italiana annusa che all’Italia converrebbe “star da per noi”. Ma così non volle Governo Salandra Monarchia Capitalismo delle armi e interventisti vari da D’Annunzio a Mussolini ai democratici salveminiani e jahier. Mentre l’Austria, come da archivi, avrebbe donato Trento e Trieste e nuovi confini se l’Italia se ne stava neutrale.

Insomma Boine non è mai caricaturale ancorché nella sua destra col cacciucco saporita minestra.