:: Giovanni Boine e il Cristo sulla Croce. Anche articolo di Mme de Stael

 

 

 

 

 GIOVANNI BOINE E IL CRISTO SULLA CROCE

 Giovanni Boine aveva in un articolo pubblicato ne Il Resto del Carlino il 29 luglio 1913, su M.me de Stael, dal titolo "Un centenario - L'allemagne", aveva ironizzato sulla signora della poesia romantica; però leggendo della "tedesca" la sua traduzione de  "Il Cristo Morto dall'alto dell'universo, proclama non esiste Dio", s'arrovella sulle domande che il testo pone. Scritto dall'ironista romantico Jean Paul, cervello sbullonato in diversi generi, geniale e attizzatore pure di sentimentale paccottiglia romantica. In questo "sogno" Cristo è uomo e basta sulla Croce e non potrà risorgere. Boine ne è sconvolto, si mette le mani tra i capelli. Poi conoscitore del tedesco, e fidandosi poco della Madama romantica tedescosa, va a leggere il testo integrale di Jean Paul. E allora tira un sospiro di sollievo. La Madama l'ha tradotto mutilo. Intanto il sogno è tratto dal romanzo Siebenkas. Poi il protagonista si risveglia e scopre di aver soltanto sognato il Cristo sulla Croce abbandonato dal Padre. Quindi Boine può ancora sperare che Dio sia Risorto. Per lui anche, e perché il ceppo inutile del male non sia rotolato sui suoi polmoni del tutto inutilmente. 

Poi prende a scrivere dei frantumi che intende chiamare spine per due fronti, le sue, quelle del Cristo?, non sappiamo. I Frantumi con spine non son stati conservati. Ma potebbero anche riguardare un'apparizione fantasmatica che Boine sentì concreta nella sua camera di sofferenza, quando un Bambino, sulla sedia accanto al suo letto, gli apparve sanguinante dalla fronte mentre recitava a memoria delle poesie tra sghignazzi di persone che però lì, nella camera di Boinenon si vedevano, ma si sentivano e basta. Da che tempo veniva quel Bambino?Boine lo carezzò sulla fronte sentendo il sangue. Lo stesso suo che espettorava.

 

 

Boine non sapendo che fare parla al Bambino sulla Sedia del suo turbamento, non per la sua apparizione, la ritiene quasi normale, ma per quanto letto nell'articolo prima della Madama e poi nella sua estensione completa. Il Bambino annuisce. Allora sai anche tu della solitudine, di noi crocifissi nella solitudine, gli dice Boine. Annuisce il Bambino e non dice niente. Sai del Cristo vittimale del sacrificato dell'incompreso che muore rifiutato escluso preso in giro! Il bambino annuisce e una lacrima gli cola sul viso. 

 

 

Come possiamo, dice Boine, a quel corpo martoriato affidargli pure le nostre miserie e sofferenze, a quel lacerato nella carne e nello spirito?, come possiamo affidargli la mia tosse mortale e la tua permamenza su questa sedia resa croce per la tua poesia presa in giro!?

Il Bambino non sa far altro che piangere, Boine pure piange. Si abbracciano un attimo. E fra loro sentono il corpo sanguinante di Gesù. E capiscono. All'Uomo-Dio possono affidarsi, risorgerà, e li ricorderà. Questo è certo. La poesia loro non andrà perduta.

Poi nella stanza torna la solitaria presenza di Boine solo sul letto con le mani tra i capelli. Prende libro e articolo e lo lo frulla sullo scaffale più alto della libreria. Non mi servono più libri! né leggerli né scriverli. Voglio il mio sangue mischiato alle vittime del dolore e basta. Questo bambino è mio fratello. 

 

La madre del Bambino sulla Sedia

 

 

SUL CRISTO RISORTO, L'UOVO BENEDETTO A VECCHIANO E MONZA, LA SARTA IL FANTASMA D'AMORE...

(Scritto senza rileggerlo in partenza per Vecchiano, per l'ospedale dove mia madre sarà ricoverata. Non ho tempo per controllare alcuna sintassi. Questo è il mio sguardo sul poeta che a breve vedrà sul calendario, il 16 maggio 2017, il centenario della propria morte. Sguardo e scritto non da letterato, non lo sono! e se lo fossi un solo centimetro me lo scortico di dosso!, se lo fossi in un dito me lo amputo! ma da fratello nel dolore con il Bambino sulla Sedia con Giovanni Boine e con tutti coloro che vivono la malattia il pericolo la sofferenza nello spirito e nella carne! Questa, se mai lo fosse, la poesia che coltivo!)