:: Claudio Di Scalzo: Giovanni Boine sotto sale


CDS. Giovanni Boine sotto sale

Febbraio 2017 - 60 x 80 - China acrilico terra fiori strusciati - 

 

 

Claudio Di Scalzo

AGONIA SOTTO SALE. BOINE MORENTE. POST-LIBRO

Or dunque egli intendeva attraverso l’analogia ed il mito di essere spirito e legge e libertà e creazione. Vittoria, processo, libertà superante. Ma il male; ecco ecco il male per contro (E tu vuoi intender lo spirito senza aver colmato e passato l’abisso del male’) Perciocché gli pareva, sì, d’aver come assorbito in sé, cancellata, disciolta, l’antica opposizione del male e della biblica colpa; s’era persuaso, sì, che la colpa era scala del bene e che veramente non è (ma e perché essa torna,  e perché si ripete e perché ciò che logicamente par superato ricorre e ritorna? E che cos’è quest’effettivo disordine nel logico ordine? Dico questo incosciente, insistente ricorso  eritorno), s’era persuaso che la colpa, il male morale come atto non è ed è bene, ma il fisico male, il macigno, questo non scioglieva questo non riusciva ad intendere. L’inutilità del male fisico, questo inutile ceppo!

(da L’Agonia, aprile 1913)

 

La malattia, la sofferenza detta legge. Ed è sempre una legge singola per il singolo. Un ceppo piantato nel petto. Che arde dolore. I ceppi sono diversi per ogni individuo ammalato, il legno duro spietato nel suo codice di fitte tende ad ammaestrare chi possiede. Questo vale per tutti coloro che sono preda della malattia mortale o debilitante.  La colpa è l’accettazione di questo ammaestramento? O capendo la colpa s’allentano le briglie del male, e si può guarire, o morire nella salute della Grazia?  

La malattia sarebbe indicibile senza il ceppo. Boine questo lo sa perfettamente. Il malato può capire lo Spirito che regge la sua individuale esistenza da possibile ancora sano, o da ex sano che non guarirà, soltanto se accetta come un equilibrista di stare sull’abisso della disgiunzione vita-morte ogni giorno. Se cade accetta l’usura organica senza appello. Se raggiunge l’altro capo è ogni volta costretto a tornare indietro. E ripetere il percorso. L’agonia è questa. E per questo inutile!

Questo scritto di Giovanni Boine non è adatto ad essere letto o commentato in un incontro letterario in una sala universitaria o in un festival letterario o in una biblioteca. Questa “Agonia” va letta e commentata in un convento, con dei sacerdoti, con chi negli ospedali fa il turno di notte in corsia.

Se così accade abbiamo il POST-LIBRO su Giovanni Boine.

Il dipinto accluso è uno scherzo squisito al corpo del poeta. Il volto è messo sotto sale, il male si conserva sotto sale. E il sale è marino. Di Imperia. L’autore di questa scemenza visuale è L’Uomo che muore a marzo. E la sua è una dedica per L’uomo Boine che muore a maggio.