:: Claudio Di Scalzo: Frantumi per la Nada Pardini di Giovanni Boine 1 - 2

 

CDS: "Giovanni Boine dalla Nada Pardini nel febbraio 2017"

 

 

 

Claudio Di Scalzo 

FRANTUMI PER LA NADA PARDINI DI GIOVANNI BOINE

 

Boine in casa Nada Pardini è sentimentale parecchio. Ripensa ai suoi “Frantumi” all’immobile tomba del nome e decide di regalare all’anziana signora e al figlio dei nuovi Frantumi tanti quanti l’età che lui aveva a Porto Maurizio quando partì per la stella che vede dalla finestra dello sgangherato studio di pittura dove ha dormito. Letto tra scatole piene di libri ex Oro Saiwa e  tele non finite non firmate. Però c’è un bell’armadio stile liberty che il figlio della Nada chiama l’armadio di Karoline Knabberchen. E sembra che lì ci sia la polvere di stelle in forma di diario di una suicida. Che pure aveva i polmoni sottosopra.

Boine sorride ravviandosi i capelli e capisce di stare dentro qualcosa di fiabesco, di quel fiabesco che sembra sulla sua tomba a Imperia giochi con luci adatte a posarsi sulle ciglia di chi va a trovarlo col cuore nobile. Ah, ma intanto vediamo quanti Frantumi devo scrivere, facciamo un po’ di conti, sono nato il 2 settembre 1887 e sono morto il 16 maggio 1917: dunque avevo trent’anni. Scriverò Trenta nuovi Frantumi. E la nascita e la morte mi ricordano che il 2017 è il centenario della mia morte. Data che voglio festeggiare qui in questo febbraietto corto e benedetto; stagione corta e benedetta la renderanno questo pittore senza galleria, questa madre malata di cuore amica di Rimbaud.

Però in poesia e in amore ci sta di rimanere soli... se chi dice di amarti chi ti sta vicino non intende che quelli come me nati storti come gli ulivi di Porto Maurizio non possono star dritti né in amore né in poesia. Rischiando di far torcere nel dolore chi amiamo. Ma quelli dritti, in tutti i sensi, non credo possano dare migliori sentimenti né scrivere qualcosa che valga con la loro dirittura.

Penso a quei disgraziati di Soffici e Papini e Prezzolini a come hanno suppliziato il mio amico Dino. Son contento di non somigliare a loro né ai crociani. Anzi, se quest’anno è il mio centenario, spero proprio di non finire in mano agli eredi dei Papini e dei Prezzolini, ma che mi dedichino qualcosa di innovativo. Intanto voglio che mi ricordiate tu Figlio della Nada che venisti quando nessuno mi ricordava, anni fa, a pregare alla mia tomba. I Nuovi Frantumi che scrivo li dedico a te ed atutti quelli che o quelle che verranno in questo cascinale cogliendone l'umile epica senza abbandonarsi ad enfasi letterarie.

 

 

FRANTUMI PER LA NADA PARDINI

 

1

Accosta la malattia arbitrariamente i nomi degli organi interni con quelli esterni e impazza sovr’essi la tramontana. Dell’indistinto dolore che non raccapezza il verde degli ulivi.

 

2

Salute diventa la voce roca dell’insensata storia detta attesa guarigione. Anche se vesti la malattia con la seta della poesia, il crimine d’amore imposto dal Cristo di farti ammalare rende impresentabili.

 

... CONTINUA