:: Claudio Di Scalzo: Wittgenstein e Boine

 

CDS: "Boine immobile nel nome disegnato" - 16 settembre 2016

china e acrilico su carta collage

 

 

Claudio Di Scalzo

I FATTI DI WITTGENSTEIN E DI BOINE

Nel vialetto tra quegli immobili nomi, tenevo tra le mani un frammento della lettera. Che rileggevo. “So che comprendi più di quanto non dici, e questo è per me molto più importante di ogni altra cosa.” Il nome di chi m'aveva scritto era mobile, vivo, liquido, addirittura elettronico, ma non lo ricordavo. Ero capitato nel cimitero di Imperia in cerca della tomba di Giovanni Boine e non ricordavo il mittente. Uomo?, donna?, direttore di giornale che m'aveva spedito lì per un servizio? Ah ecco forse ero una specie d'indagatore di autori consegnati all’oblio. Frantumati, direi. La mia battuta mi fece tornare in mente il libro dei “Frantumi” di Giovanni Boine. “Questa immobile tomba del nome”. Scrive in uno di essi, ma quale? Non lo ricordavo. Poco male. Intanto troviamo la tomba con la corona di spine e una colonna mozza. Ehi, signor becchino, mi sa indicare la lapide dei Boine? Quello si gira e per tutta risposta mi dice: Il mondo è tutto ciò che accade; il mondo è la totalità dei fatti non delle cose; il mondo è determinato dai fatti e dall’essere, essi tutti fatti; perché la totalità dei fatti determina ciò che accade ed anche tutto ciò che non accade; i fatti nello spazio logico sono il mondo; il mondo si divide in fatti. Stupito rimango senza parole. Poi aggiungo: il frammento di lettera che ho in tasca è un fatto? I miei passi qui nel cimitero sono un fatto? E anche tutto ciò che qui non accadrà è un fatto? Se ha un po’ di cervello lo capirà da solo. Risponde. Mi scusi ma lei così filosofico che ci fa qui? Ho vinto il concorso, le sembra strano? No no, rispondo io. Vincitore scrivendo il Tractatus logico-Philosophicus, conclude andandosene. Wittgenstein in questo cimitero, esclamo! Vuoi vedere che trovo anche Hofmannsthal anche lui sul gorgo, osseo?, di nomi e cose e linguaggio e fatti? Ma questa non è una biblioteca perdio!...dov’è Giovanni Boine! Il suo nome! E cognome. Composto di marmo e luce tra i cipressi. Ma se non sono ancora arrivato lì perché mi ricordo d’una luce improvvisa, un globo quasi, tra le fronde verdi nel mattino, mentre raggiungevo una donna che chinata sul nome di Boine pregava? Di spalle! Sarà ancora li? Magari l’ho vista nelle ore mattutine e ora ch’è pomeriggio la ritrovo. La malattia del poeta fu ed è un fatto. Ha la dignità per me ontologica dell’esistenza. Non è letteratura. Lo devo dire a chi mi ha scritto anche se non ricordo il suo nome, se è una donna o un uomo. Da qui forse posso farlo. Anzi lo faccio. Se non mi sveglio prima.

 

(ore 7,20 del 16 settembre 2016)