:: Werner Hurter. Cura Claudio Di Scalzo

 
 
 Ohne Titel, 2002
 
 
 
WERNER HURTER
ovvero dipingere cose leggere e spensierate
(cura Claudio Di Scalzo)

 
“E così anche questa volta non ho dovuto dipingere un quadro”, apre la conversazione nello studio Werner Hurter, mentre fa vedere alcuni fogli colorati appena finiti che ha ordinato in gruppi regolari. Non ha dovuto dipingere un quadro? – questo potrebbe sorprendere in uno che pratica la pittura non come dovere abituale o mestiere imparato, ma come passione, uno che trascorre i suoi giorni a fare la spola tra casa e studio, sopportando male ogni interruzione. Guardando i suoi nuovi lavori e discutendone diventa poi evidente cosa Hurter ha voluto dire con la sua osservazione. Su ogni foglio di carta sono dipinte cinque forme rettangolari uniformi in acrilico; sono delle barre monocrome applicate in vari strati per conferire profondità all’apparenza del colore. Il bordo della carta e gli spazi intermedi sono lasciati liberi, per cui i colori stanno per conto proprio, conservano la loro energia e non si confondono del tutto con la superficie pittorica. Applicare i colori, stratificare i colori, non soppesare i colori, ma metterli in fila – infine raggruppare questi colori accatastati ad altri fogli, formare delle file una sopra l’altra in modo che nasca una parete di colore che ricorda lontanamente una facciata – di tutto questo Hurter si occupa da diverso tempo.
Alla fine nascono così quadri e serie di quadri, ma sembrano realizzarsi da soli senza essere stati preceduti da un’idea di composizione. La noiosa composizione costringerebbe i singoli colori ed il piacere di stenderli sulla superficie di carta in uno schema in cui gli elementi prenderebbero soltanto il loro posto predeterminato. Questo prudente soppesare intendeva Hurter parlando del “dover dipingere” che non significa altro che attuare un piano. Ciò che invece vorrebbe dipingere e realmente dipinge sempre di più è l’ovvio che si realizza soltanto durante il processo del dipingere.
Dipingere per riempire le pause, dipingere per non dover dipingere – un paradosso che apre uno spazio libero che il grande studio non sembra contenere. Talmente fuori da ogni obbligo Hurter ha osato mettere i colori uno accanto  all’altro con scarse pennellate senza correzione e sovrapposizione, per riunire in fasci la loro luminosità un attimo prima che un’idea di composizione prenda in mano la creazione informe.
Pittura della domenica – così Hurter chiama questi fogli – e lo sono nel miglior senso della parola perché raccontano della calma e della spensieratezza estiva, di leggerezza e svago.
 
Dieter Schwarz
 
 
 
 
 Ohne Titel, 2006
 
 
 
 
NOTA
Werner Hurter nasce a Winterthur (Svizzera) nel 1932. Dal 1982 espone in mostre personali e importanti mostre collettive. Ringraziamo il Gallerista e amico Roberto Peccolo per la sua collaborazione a L’Olandese Volante e per le immagini e i testi che in alcuni casi la Direzione riprende dai suoi cataloghi. CC + CDS
 
 

Werner Hurter nello studio