:: Franz Marc: Tre lettere con cavallo larice moglie. A cura CDS

 

Franz Marc - "Cavallo nel paesaggio" -  1910-1911

 

 

Franz Marc

TRE LETTERE, TRE FIGURE

Nei mesi estivi del 1908 Franz Marc dipinse a Lenggries. Maria Frank lo accompagnava, ed è grazie a lei se abbiamo una descrizione particolareggiata della nascita di quadri importanti come ad esempio il dipinto ad olio Piccoli larici.
“Mio marito ha dipinto a Lenggries in un piccolo bosco di larici ed abeti. Ogni mattina ci recavamo assieme sul posto di lavoro, silenzioso e solitario, lontano dal paese. Per mio marito “i motivi” non erano mai abbastanza chiari e pieni di sole, voleva dipingere solo il sole ed io ero così entusiasta che lavorai assieme a lui con grande zelo. Così rimanemmo intere settimane e dipingemmo sempre nello stesso luogo. Ognuno si cercava il suo alberello. Consumammo incredibili quantità di cadmio chiarissimo e biacca (era il meglio che si potesse trovare) e ci lasciammo crogiolare al sole, entusiasti di quanto fosse chiaro il boschetto. Proprio allora è nato il quadro veramente stupendo dei piccoli larici… era il più bel quadro del tempo ed è anche una delle cose migliori ceh Franz Marc abbia mai dipinto. Mi ricordo bene di come i colleghi a Monaco restassero perplessi davanti a questi quadri, ed anche davanti all’interno del bosco. Non sapevano assolutamente che fare. Non vedevano e non sentivano l’amore e la passione che Franz Marc aveva messo in queste tele. Bisognerebbe veramente provare come si entra tra gli alberi nel boschetto. Sì, che bei tempi, com’eravamo spensierati! Marc si occupò anche dell’idea che un quadro dovesse imporsi alla luce; il quadro non doveva essere una macchia scura. Così arrivò a questi quadri luminosi. Più tardi, durante l’estate, cominciò il grande quadro del cavallo di Lenggriess, che dipinse davanti ad un recinto per cavalli, circondato ai lati da alberi ombrosi, sotto i quali pose il suo cavalletto con la grande tela. Continuava a seguire i cavalli osservandoli e, come soleva dire, mandava a memoria, poi tornava al cavalletto e continuava a dipingere”.  
 
Franz Marc. "Giovane larice" - 1908
 
Durante i primi tre mesi del 1911 Helmuth Macke abitò e lavorò assieme a Franz Marc a Sindelsdorf.
“Marc conduceva una vita molto regolare. Alle otto e trenta, dopo colazione, era nel suo atelier o, meglio, in mansarda, e dipingeva fino a che non scoccavano le dodici, quando anche il cane pastore bianco cominciava ad ululare. Al più tardi alle una e trenta Marc era di nuovo davanti al cavalletto, sul pavimento viscido con le pentole sporche; la temperatura era la stessa dell’esterno. Era avvolto in un vecchio mantello nero con il colletto in pelle d’agnello persiano rialzato. Sotto il suo naso umido per il freddo, teneva tra le labbra sottili una sigaretta, unica fonte di calore. Del resto era completamente assorbito dal suo lavoro e proprio in quel periodo realizzò la rottura con il suo precedente stile. Lavorava contemporaneamente a un’intera serie di opere. Capofila di queste era il quadro Cavallo nel paesaggio che ora si trova al museo Folkwang di Essen. In seguito venne un altro quadro che egli aveva abbozzato la sera prima nel suo quaderno di schizzi, un quaderno di schizzi che allo stesso tempo era anche una specie di diario pittorico. Il pomeriggio Marc dipingeva fino all’imbrunire. Dopo il tè facevamo una piccola camminata, poi Marc sbrigava la corrispondenza. Dopo cena si sedeva sulla sua sedia di vimini, disegnando ed almanaccando, e durante queste ore nasceva la maggior parte degli abbozzi dei suoi quadri. Spesso si occupava anche delle sue sculture.  A quel tempo, in un angolo, su uno sgabello per modellare, stava una grande figura femminile in cera che non venne mai terminata e subì le metamorfosi più singolari. Alle dieci di sera la giornata era finita. Questo ritmo si ripeteva con piccolissime soste e non mutò nemmeno quando, in marzo, sua moglie torno da Berlino. Vorrei ancora aggiungere che le passeggiate serali ci conducevano su una piccola altura da cui si poteva gettare uno sguardo su una valletta a forma di arena. La prima volta che ci andai con Marc, dopo aver osservato pensosamente il paesaggio, egli ad un tratto sorrise furbescamente, andò verso un gruppetto di abeti e mi fece cenno di seguirlo. Lì vi era una grande cesta, ricoperta di cartone catramato, sembrava un’enorme teca da pittore. Marc mi raccontò che in quella cesta c’era una tela altrettanto grande, sulla quale aveva dipinto l’estate precedente. Alla mia domanda dove fosse ora il quadro sorrise e disse di averlo stracciato, poiché era una mostruosità. Aveva imparato molto e soprattutto aveva smesso di dipingere all’aperto”. 
 
 
Franz Marc:"Ritratto di Maria Frank con tavolozza"
           1906              
 
 
Il 4 febbraio 1916 Maria Marc ricevette la notizia che suo marito e alcuni altri “artisti particolarmente dotati” che si trovavano al fronte sarebbero stati probabilmente inviati nelle retrovie. Un mese più tardi, il 4 marzo, Marc assicurò in una lettera: “… sì, quest’anno tornerò da te nella mia cara e illesa casetta ed al mio lavoro. Tra queste immagini orribili ed infinite di distruzione, tra le quali adesso vivo, il pensiero di tornare a casa porta un momento di pace che non riesco a descrivere con sufficiente dolcezza… in questo momento siamo acquartierati con la colonna ai piedi di un castello completamente distrutto dove prima passava la linea francese… Non ti preoccupare, ce la farò, anche con la salute. Mi sento molto bene e mi riguardo”.
Un mese dopo avrebbe perso la vita.
 
Silhouette del padre
1897