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:: Massimiliano Bardotti: Le abitudini secondarie
19 Febbraio 2013

 
 
 
Lettera a Chiara Catapano su “Le abitudini secondarie”
 
Cara capitana, cara Chiara, ti spedisco: “Le abitudini secondarie”. Sono una lista di atteggiamenti che fanno parte della vita ma ai quali diamo davvero poca, pochissima importanza, credendo che la vita sia tutt'altro. Certo la vita è anche tanto altro... quello che ci frega è l'attesa che tutto si muti in miraggio, perché di questo si tratta, che improvvisamente e senza nessuna ragione né impegno da parte nostra, tutto cominci ad andare alla perfezione. Solo che la perfezione a cui aspiriamo è il totale fallimento.
L'uomo ha in sé quanto serve per realizzare in questo passaggio terreno e mortale la propria natura. Qualunque essa sia. Sprechiamo il tempo a nostra disposizione a sperare di diventare importanti, di essere investiti di un potere inutile e volgare: il potere di decidere delle vite altrui, di poterle prevaricare, di essere
depositari di una verità che non ci ha mai nemmeno sfiorato. Ma come si può pretendere di decidere delle vite altrui se mai abbiamo preso una decisione per noi stessi? L'unica cosa che sappiamo fare è lamentarci.
E' guardare gli altri e dire: ma che razza di vita fanno? E' guardare noi di sbieco, e incontrando il nostro fallimento dire: maledetti gli altri che non mi fanno essere come vorrei, che si prendono quello che
spetta a me, e non se lo meritano.
Quello che poi meglio ci viene è ignorare tutte le piccole cose secondarie, gli accadimenti minori, le
regioni inferiori, e considerarli sterili e inutili. Alla fine poi, ci rapisce il silenzio supremo e non resta nulla dei sogni impacchettati e delle aspirazioni da giganti. Resta una lista di dettagli minori e abitudini secondarie...
scusa la filippica esistenziale, ed epistolare con cui accompagno il mio scritto come se io ci
avessi capito qualcosa!, volevo solo spiegarti cosa mi ha spinto a scrivere…
Massi
 
 
 
 
 
 


 
 
 
LE ABITUDINI SECONDARIE
 
C’è quello che beve sempre un sorso d’acqua dopo il caffè. Gassata, grazie.
C’è quella che deve leggere prima di dormire, meglio se poesia, ma se proprio deve essere prosa allora che sia Kafka.
Se attraversa un gatto nero deve essere il primo ad attraversare, c’è anche uno così.
E c’è lei, che un sabato sì e uno no deve andare al cinema, anche se non c’è niente che le piace.
Lui mangia solo pasta bianca a pranzo. La frutta mai.
Lei quando si imbarazza si passa una mano fra i capelli, oppure le mette in tasca. Magari potesse andarsene. Se ne sta lì, mani in tasca, o nei capelli.
Poi c’è quella che si lava le mani cantando tanti auguri a me due volte di seguito. L’ha visto fare in un film. Da quel giorno non ha mai smesso.
E quello che guarda i titoli di coda solo dei film che non gli sono piaciuti, in attesa che accada qualcosa di bello.
Lei che dopo ogni bacio chiude gli occhi, durante li tiene aperti, non si sa mai.
E ancora lui, che i gradini li sale due a due, sempre.
Di nuovo lei, che in inverno mette due paia di calzini, in estate non li mette proprio.
E la camicia che va portata senza maglia della salute sotto, rigorosamente.
Il formaggio grattato solo sui primi di pesce.
I boxer fortunati.
La doccia propiziatoria.
Ogni rituale.
Toccarsi.
Abbracciarsi.
Perdersi.
La canzone perfetta.
Il percorso più lungo.
Annusare il cibo prima di mangiarlo.
Il caffè amaro.
Il miele nell’orzo o la fetta d’arancio.
La passeggiata col cane, ogni giorno alla solita ora.
La maglietta bucata, quella della domenica, quella per il lavoro, quella per lo sport, quella preferita che indossi poco per paura di rovinarla.
Le ciabatte rotte che non cambierai mai.
Il buongiorno del vicino ogni mattina che se una volta non succede oddio che brutta giornata!
E lui che ti ignora, con metodo.
Suonare il campanello tre volte, suonare il campanello e scappare, suonare il campanello e pregare, suonare il campanello pur sapendo che non c’è nessuno in casa.
Baciare gli amici, radersi prima di andare a dormire, raccontare barzellette sporche, recitare poesie ad alta voce sotto la doccia e vergognarsi più di un ladro quando qualcuno se ne accorge.
Strimpellare la chitarra.
Lo spuntino pre-pranzo.
Fumare dopo il sesso.
Ordinare la camera, ordinare la cena, ordinare i pensieri.
E credere davvero che tutto questo sia poco importante.
 
 
 
Massimiliano Bardotti


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