Massimiliano Bardotti e Genny Momò Carusi
IO SONO TE, TU SEI ME – 13
LA SARTA
C'è una donna anziana, una sarta, che sta sempre affacciata alla finestra. I
suoi occhi scrutano un tempo che è stato qualcosa. I più gli darebbero il nome
di passato, ma per lei non passa niente e lo stesso niente, non scorre.
Mia madre le porta qualcosa da rammendare di tanto in tanto. Se solo potesse,
le farebbe rammendare la sua vita.
La sarta a volte invita mia madre a prendere un tè. L'ultimo lavoro non ha
voluto farselo pagare. "Mi pagherai se ne avrò bisogno".
Non è dei soldi che sente la mancanza. Se ha freddo, è per l'assenza di mani
da stringere, di occhi in cui ritrovarsi, corpi che sanno sorridere e ossa
capaci d'amore.
Conosco altre persone così.Tengono per se il necessario e il resto lo
condividono.
Questa nostra società, così come la conosciamo, è destinata a trasmutarsi.
Qualcuno mi dice: " Ma che t'importa scusa? Tanto tu non ci sarai. Non
assisterai al cambiamento che vai professando. Quel mondo di cui parli, fatto
d' amore e gratitudine, di sostegno gli uni con gli altri e di compassione,
quel mondo di braccia che insieme costruiranno dalle macerie, tu non lo vedrai
mai."
Non con questi occhi.
Ma puoi scommetterci che lo vedrò.
Io sono infinito