Massimiliano Bardotti e Genny Momò Carusi

IO SONO TE, TU SEI ME – 5

  

Il passo era lento.

Le mani, i piedi, il cuore, le ossa, i nervi, la testa, le orecchie, le narici, ogni vertebra, gli occhi.

Tutto era in ascolto.

La pineta alla sua destra respirava.

Alla sua sinistra il mare respirava.

Il cielo respirava sopra di lei.

Sotto di lei la sabbia...

Con il piede destro sentì di aver toccato qualcosa. Si piegò per vedere meglio. Raccolse dalla sabbia una carta, abbandonata lì come qualcosa di poca importanza.

Sette di picche.

Nella sua mente passò in rassegna le sommarie nozioni acquisite sui significati delle carte.

Sette di picche: Disgrazia!

Un tonfo al cuore.

Possibili incidenti furti abbandono...

Strusciò la carta sulla maglietta.

Si guardò intorno.

All’orizzonte il sole si congiunse col mare.

Intorno a lei, bellezza e desolazione.

Un gabbiano ad ali spiegate, il suo planare.

Da lontano l’eco di una moderna barbarie.

Clacson.

Si infilò la carta in tasca. Decise che sempre, per il resto della sua vita terrena, l’avrebbe portata con sé.