:: Lea Vergine: Follia in arte e poesia. Illustrazioni di Claudio Di Scalzo

 
 Cds: "La maglietta bruciante di Accio. Cardiodramma" Anni Settanta
 
 
 
FOLLIA IN ARTE E POESIA
 

«Qualche pazzo dice la verità, chiunque dice la verità merita di essere seguito,
dunque meritano di essere seguiti alcuni che non cessano di essere pazzi.»
(Antoine Arnauld)



Gli artisti operano, sostenuti da una forma di sragionevolezza che costituisce una regola altra, una prospettiva differente e diversa sul mondo reale. Evidenziano egolatrie, fantasie compensatorie, bisogni coatti, stravaganze perturbanti. Da che ha origine tutto questo? Dall'inseguimento, credo, dell'idea dell'amore. Poiché l'arte questo è: un'ombra o un'eco dell'amore, un tentativo di incarnarlo. Gli artisti si trastullano con una follia quieta che fa loro mordere il margine delle cose. Così, essi (e noi) aggirano i nodi, scivolano sulle tangenti del tema che è, sostanzialmente sempre quello, la paura e la fatica del vivere.

Di qui le invenzioni impertinentemente "insignificanti", le scommesse cervellotiche, le inversioni sarcastiche: tutte speculazioni sul filo della retorica; paradossi, dilemmi, sofismi, tautologie. Talvolta si ha la sensazione che è come se ci si chiedesse di nuovo "a che serve l'arte?" e si deducesse che serve "a trovare se stessi". L'artista incontra se stesso sconfitto e lo ama e lo salva e poi lo smarrisce. Spesso questo trovarsi del sé con sé, celato attraverso gioco del sogno e dell'arte sembra avere lo stesso significato della morte. Egli, l'artista, sente la morte come qualcosa che romantizza o che romanza la vita; qualche volta è sadico nelle luci e nelle tenebre, nelle amorosità e nelle nerezze; altre usa un furore freddo e accanito; altre si muove sotto il segno dell'ironia che, si sa, testimonia di lacerazioni segrete ed è la maschera che indossa la pietà verso se stessi.
Ognuno di noi fa quello che può, a seconda di come riesce a tenere in piedi il proprio equilibrio che è molto instabile; perché l'artista è un errore sociale, è già una figura di contrasto e opposizione. Ognuno di noi viene cestinato e ogni mattina deve ricominciare a ricompattare i pezzi, a mettere insieme quello che è avanzato. Un’attitudine umana che si trasferisce nell'arte la quale, come sempre, non è altro che lo specchio delle nostre paure e dei nostri desideri. Lea Vergine da “2000 e oltre. Tendenze della contemporaneità”. Skira, Milano, 2010.


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 Cds: "La maglietta bruciantedi Accio. Cardiodramma, 1977

 

Raramente ho letto un profilo tanto azzeccato sulla figura dell’artista. Lo scrive una critica come Lea Vergine i cui scritti lessi già negli anni Settanta e che ci consegnavano anche un progetto politico di utopistico comunismo dove l’estetica fosse centrale. E’ sempre stata coerente. Sottoscrivo dunque, per esperienza, che Follia e Amore muovono i nervi e la febbre di chi pratica l’arte e ne determinano azioni anche scalfendo, spesso ferendo, le biografie con annessi vizi e virtù. A questi righi, con la mia età, e avventure alle spalle, anche sul web -  ricordo, con affetto, anche quanto scrive sul mio transito terrestre Marco Baldino in Tellusfoglio del 29 dicembre 2009 “Lettera da capitano a capitano”.  CDS