:: Adorno: Necessità dell'assurdo. Cura Claudio Di Scalzo

 

 


 

Theodor Wiesengrund Adorno

NECESSITÀ DELL’ASSURDO DELL’ECCESSO DELLA DISPERAZIONE




 

Fin da quando cominciai a riflettere, mi rese sempre felice la canzone che comincia con le parole “tra il monte e la profonda, profonda valle”: la storia delle due lepri che, mentre si sollazzano sull’erba, sono abbattute dal cacciatore, e quando si rendono conto di essere ancora in vita, scappano via. Ma solo più tardi ho compreso il monito contenuto in questa storia: la ragione può resistere solo nella disperazione e nell’eccesso; occorre l’assurdo per non soccombere alla follia oggettiva. Bisognerebbe fare come le due lepri; quando cala il colpo, cadere follemente come morti, raccogliersi e riprendere coscienza, e, se si è ancora in grado di respirare, scappare a tutta forza. La forza dell’angoscia e della felicità sono la stessa cosa: la stessa apertura illimitata - intensificata fino al sacrificio di sé - all’esperienza, in cui il colpito si ritrova. Che cosa sarebbe una felicità che non si commisurasse all’incommensurabile tristezza di ciò che è? Il corso del mondo è sconvolto. Chi vi si adatta con prudenza, si rende partecipe della follia, mentre solo l’eccentrico sarebbe in grado di resistere e di imporre un alt all’assurdo. Egli solo potrebbe capacitarsi dell’apparenza del male dell’irrealtà della disperazione, e rendersi conto, non solo di vivere ancora, ma dell’esserci ancora vita. L’astuzia delle lepri indifese riscatta - con le lepri - anche il cacciatore, a cui invola la sua colpa.

da Minima Moralia