:: Karoline Knabberchen: Sulla gioventů nello scrivere poesia con gli esempi di Schubert e Schumann. 1979. 39° della morte 20 agosto 1984


Karoline Knabberchen - Foto Fabio Nardi
Guarda, Svizzera 10 aprile 1959 - 20 agosto 1984 Lofoten Austvågøy




 

Karoline Karoline Knabberchen
SULLA GIOVENTÙ NELLO SCRIVERE POESIA
CON GLI ESEMPI DI SCHUBERT E SCHUMANN. 1979
Treantanovesimo della morte il 20 agosto 1984
a cura di Fabio Nardi

 

L’altra sera ad Ardez, nell’accogliente casa della nonna Rut Zweifel, all’improvviso mi hai detto: “Karoline… perché non mi posi sul binario da transitare in materia di poesia tedesca?” Lì per lì avrei voluto risponderti caustica: “Fatti aiutare da Margherita Stein… a quanto so ti ha fornito coordinate utili! ma siccome sei qui, in terra d’Engadina, la tua richiesta sarà esaudita. Devo, però, meditarci per forgiare un binario dove il treno creativo non deragli e che sia originale rispetto ad altri “prontuari” nel biondo che hai ricevuto. Oh sgrani gli occhi scuri! Rivelo la mia leggera gelosia! Ti scriverò una lettera quando sarai partito da qui.






 

Fabio, mantengo la promessa. Perché ho trovato la Fantasia poetica adatta al binario per te. Tutta musicale. Perché ascolto musica classica fin da bambina dai 78 giri e poi dai dischi in vinile di mia nonna, che pure mi conduceva ai concerti e a volte ne scriveva per i giornali svizzeri. Quanto leggi è frutto, in parte, della conversazione sui Lied di Schubert con lei.

Su di una rotaia ci starà Schubert e sull’altra Schumann. La giovinezza sarà la forza motrice della locomotiva poesia.

Per Schubert e i suoi lieder faccio riferimento al suo massimo interprete, allora giovanissimo, Dietrich Fischer-Dieskiau, cantante che sarebbe diventato l’incarnazione vivente del Lied tedesco. Mia nonna ascoltava un vecchio disco con l’incisione della Schwanengesang shubertiana del 1948. Ho ritrovato il disco. L’ho invitata a ricordare cosa mi diceva su Fischer-Dieskiau perché la sua ipotesi era che la giovinezza, negli interpreti, vince sulla maturità e sulla vecchiaia. In quanto a slancio che poi secondo lei è l’essenza della poesia.

Mia nonna mi dice e riassume che Fischer-Dieskiau ventenne era in possesso di una personalità fuori dal comune: capace di passare tutti i registri espressivi: dal tono imperioso (Das Atlas) all’invettiva disperata e tragica (Der Doppelgänger)

Secondo mia nonna la voce del celebre basso-baritono da giovane non indulgeva ad alcuna capziosità analitica che lo avrebbe coinvolto, intellettualisticamente, nella maturità. Pertanto da giovine il canto di Fischer-Dieskiau per Schubert era più accattivante con momenti di veemenza espressiva poi lasciati cadere e con il tocco realista che non guastava. Il raffinato Fischer-Dieskiau più avanti negli anni non avrebbe più transitato queste rotaie. Ma la poesia dice mia nonna era più presente in lui da giovane e la trasmetteva ai lied dei poeti alle note di Schubert.

Pertanto quanto voglio dirti, Fabio, e di conservare sia le fotografie e stampe più veementi meno tecniche sia quanto hai scritto da giovane, non ritoccare niente, neppure quanto ideato per me. Versi o prose. Lascia tutto così com’è. La mia giovinezza è già custodita e la tua giovinezza prolungata pure.

 




 

Sull’altra rotaia poso Schumann dell’Album della Gioventù op 68.

Pietra miliare per giovani pianisti e pietra angolare da me per te in materia di poesia.

La raccolta schumanniana semplifica il linguaggio fino a renderlo accessibile ai giovani pianisti. Però semplificare non significa affatto abbassare il livello qualitativo dell’invenzione né tantomeno rendere banale il discorso musicale. Tutto è essenzialità e concentrazione.

Non dovrebbe essere così anche la poesia o il poemetto seppur trattando argomenti complessi?

Le disposizioni espressive della parola stanno anche dove la versificazione è concentrata. Sta all’interprete, al pianoforte, valicare la presunta facilità e evidenziare la delicata poesia nel suono.

Ecco, tu, Fabio, ricorda per l’Album che dedichi alla nostra avventura l’esempio di Schumann. Ovvio non potrai sempre “giovanilizzare” e semplificare l’insieme ma ricordatene.

E appena mi avrai letto medita di tornare presto qui ad Ardez, Rut è entusiasta di te; e seppure non lo dica lo pensa, se un pisano riesce a mettere l’amata nipote sulla pista dei suoi antichi dischi deve essere proprio adatto a me. Foglia e nervatura, dice, sopra e sotto, sole da cercare adatto. Saggia nonna vero? Ha mantenuto la sua giovinezza. Capisce la mia allegria il riso che mi hai portato dopo i tempi della mestizia dolente.