:: Claudio Di Scalzo: Dalla riva il tuo sguardo. Tellina per KK. Con manoscritto di Karoline Knabberchen

  
Vele a Marina di Vecchiano, I - 1978/2011 (Impronte di pennello n. 30)
CDS
  
 
 

 

LA PRIMA TELLINA 
 
Incaute parvenze
 
di tela vibrante
 
vanno sull’onde.
 
Vele nella memoria
 
vele senza terra né porto.
 
Dalla riva il tuo sguardo
 
 si perde tra i flutti.
 
Oggi sei maestro
 

senza risposte.

 

 
Dal Libro Dodicesimo del Canzoniere di Karoline Knabberchen
 

 

COME NACQUE LA RACCOLTA “TELLINE VALVE APERTE”
 
Ai primi di giugno, era il 1983, io e Karoline Knabberchen (Guarda, Svizzera 1959 - Lofoten, 1984) andammo a Marina di Vecchiano. Sulla battigia c’erano arselle schiuse. Le arselle Karoline! guarda quante ce ne sono!  Le cosa? Rispose lei. Le arselle… non conosci le arselle?…  veramente sono Telline. Ah, sì, da noi si chiamano arselle sarà il loro nome antico, medievale, sai la lingua l’abbiamo fondata noi toscani. Forse qualche parola anche le altre ragioni, Fabio. Senti… sicuramente sul vocabolario ci sono i due termini specificando che il primo è aulico, antico, e il secondo più diffuso però meno suggestivo. Vuoi mettere arsella con tellina? Karoline mi guardava perplessa. Ma divertita. E poi non posso rinunciare a dire: oggi ci starebbe bene una pastasciutta con le arselle mamma!… Ascolta Fabio, non sono da molto a Pisa, ma credo che arsella nel vocabolario non ci sia. Ah no! Quando fai così t’affogherei! Peccato che non abbia un vocabolario a portata di mano. Guarda che pur di mostrartelo vado alla scuola di Migliarino Pisano, tanto sarà aperta, e trovo arsella nel vocabolario dopo averle viste a riva!. M’aspetti qui e torno tra una mezzora. Tanto non sei sola c’è della gente che pesca più in là. E prendi il sole. Lascia perdere Fabio… Fabio controlliamo poi. Vuoi scommettere! Eh sapientissima figlia dell’Engadina!? Una svizzera che insegna l’italiano a un pisano!? Mai visto dai tempi dei lanzichenecchi una protervia simile! E Karoline rideva… ma veramente vai in paese! Certo. Guarda che devi traversare le dune a piedi per raggiungere la macchina. E poi di nuovo in auto la strada nella pineta! Cosa vuoi che ci voglia. Se però vinco… penitenza tua e posso chiedere cosa voglio! Va bene, anche per me vale lo stesso! Certo… tanto vinco io. Occhio alla macchina fotografica! 
 
Traversai le dune sudato come un cavallo sotto al sole, presi la Mini, percorsi la strada nel parco a razzo, entrai nella scuola e mi feci dare un vocabolario. Arselle non c’era. L’unica parola credo che dal pisano non sia diventata parola nazionale! E ora? Mi chiesi. Ora sono punti persi! Non fu così. Karoline amava queste illogiche querelle. Però volle la sua vincita. E fu questa. Dall’umorismo dobbiamo passare al serio, a qualcosa se non di sublime, perlomeno di più poetico della pastasciutta, peraltro ottima - puntualizzava su tutto! - della Nada. Cosa ti fanno venire in mente le arselle, o telline? Se le apriamo e le teniamo sulle dita… non sembrano farfalle?… ecco tu scriverai una valva ala io l’altra. No, la Nikon Fabio stavolta non la usi! Inventa qualche verso. Sarà come ridare alle valve vita… poesie di descrizione… e quelle che scriveremo si chiameranno semplicemente “Telline”. Tutte con le valve aperte? Chiesi poco convinto. Anche Telline valve chiuse. Ma un’altra volta. 
 
Ci mettemmo a inventare poesie sdraiati sull'asciugamano. Scherzavo e facevo lo "scemo". Non inventai alcunché. Karoline trascrisse le sue sopra un quadernetto. E nei giorni dell’estate altre. Che stanno nel Canzoniere. Perché quel quadernetto l'ho ritrovato in maniera incredibile nella casa vecchianese. Infatti sto cercando ogni frammento di Karoline Knabberchen dovendo riscrivere il Libro Terzo che mi hanno smarrito. Oggi rileggo la prima poesia. E torna a me un delicato romanticismo in bikini e vestitino fucsia che trovò il suo fulcro nella parola arsella che non sta nell’italiano e immaginare telline schiuse farfalle fu poesia adatta a giugno. Al nostro giugno. Per me... ad ogni giugno che penso.

Le telline scricchiolano carezzevoli sotto ai piedi sulla spiaggia, non li feriscono, queste poesie di Karoline rileggendole mi fanno lo stesso effetto, trasmettono qualcosa di fresco, di onde che vanno avanti e indietro… il mare sembra presente, ancora, quello tranquillo del Tirreno, quello accidentato delle Lofoten… e vedo le vele...

 

 FABIO NARDI


 
 

 
Manoscritto di Karoline Knabberchen