:: Karoline Knabberchen: Quaderno del mite inverno II

 

CDS: "Karoline e Fabio nella drammatica conversazione"

Agosto 2016

 

 

Karoline Knabberchen

QUADERNO DEL MITE INVERNO

(20 agosto 1984 – 20 agosto 2016)

(a cura di Fabio Nardi)

 

 

II

POSSIBILITÀ SULLA CROCE POSSIBILITÀ NELL’ULTIMA CENA

Due citazioni dal Vangelo perché possa ricordarmi - dalla collina vecchianese vedevo un vallone oscuro che dalla burrasca sarebbe stato bagnato - cosa intende Kierkegaard sul gravare della “possibilità che non” mentre il singolo attende un evento che ci strattona alla lentezza dell’incedere sul limitare d’incolti campi (quello della tua famiglia lo è, fabio, e s’intricano le “more” saporite e spinose) sapendo, ahimè (Sì sì lo so eccome! seppur volessi scegliere l’ombra al posto della cosa!) che niente possiamo opporre a quanto giunge, arriva, “ci tocca” (forte espressione pisana, Fabio, davvero!, “ci tocca”! a noi cristiani nel mondo). A questo punto provo, proviamo, sgomento angoscia su quanto colpirà le spalle, toccati, dal geroglifico dell’evento.

Kiekegaard, leggo, ritiene colme di maggiore angoscia le parole del Cristo all’Ultima Cena che quelle sulla Croce. Nel primo passo dice a Giuda: “quello che hai da fare, fallo presto” (Giovanni XIII, 26); nel secondo agonizzante: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo XXVII, 46). Secondo Kierkegaard le parole sgomente interrogative sul possibile abbandono del padre erompono orlate dall’angoscia per quanto sta accadendo!, dentro una sofferenza che è individuabile, concreta; mentre le parole pronunciare all’Ultima Cena verso Giuda rimandano all’angoscia al dolore che avverrà, che potrà accadere: l’angoscia s’intinge nella sofferenza della “possibilità”, il dato reale ancora non c’è. Kierkegaard, me lo immagino commosso nello scomposto colore della sua stanza a Copenaghen, si convince che Cristo ha sofferto tanto di più al Getsemani che sulla Croce svettante culmine del monte Calvario.

Esco a passeggio nella campagna nel petto mi sta qualcosa sui tempi in sincrono con la mietitrice del fieno sui prati di Guarda. Il reale in questa stagione mi prende in maniera forsennata anche se leggo il Vangelo per trovare requie.

 

... CONTINUA