:: Karoline Knabberchen: Quaderno del mite inverno - IV

 
CDS: "Karoline Knabberchen alle Lofoten il 20 agosto 1984"

50 x 70 - Tecnica mista su legno - Nitro acrilico acquarello 

20 agosto 2016 - Vecchiano 

 

 

Karoline Knabberchen

QUADERNO DEL MITE INVERNO

(20 agosto 1984 – 20 agosto 2016)

(a cura di Fabio Nardi)

 

 

IV

PENSATRICE PRIVATA

L’insulso e pericoloso determinismo dialettico di Hegel è come una pietra che s’indura ancora di più pietra. Non riassorbe alcuna arsura. Il tedesco professore universitario ha praticamente reso impalpabile l’esistenza. Perché Fabio? La considera una semplicissima – scarsissima? – proprietà dell’essenza.

Il mio Danese al contrario ratifica la superiorità dell’Esistenza sull’Essenza! Se a volte intreccio e dispiego la mia biografia in questo amore è perché sposa danzo esistenzialmente nella memoria dei luoghi che visitiamo. Tante notti una notte incomparabile nelle sue chimere di pensiero soffia in me. Palpita l’angoscia nella sua storia furtiva sull’alfabeto che si creò e crea per noi; lo Spirito sta intento a rivelare l’abisso del trascendente.

 

Prima però bisogna passare nel dramma di Abramo. L’interiore dramma rivelante l’audacia del dubbio nel suo profilo oscuro. Il possibile atto di Abramo che sta per immolare il figlio Isacco non può trovare spiegazione con Hegel, la sua filosofia, il sistema suo intendo. Una vetta filosofica che tratta questioni generali. Però Abramo è il singolo, il suo possibile evento è unico. Pugnale e collo di Isacco. Abramo crede in Dio spingendosi fino all’assurdo: questo limite estremo della fede è un coagulo singolo unico. Rifiuto imparando da Kierkegaard, seguo la sua K io KK!, ogni astrazione, tendo a vivere la verità soggettiva, voglio accoglierla quando, come accade per Abramo, essa a me si dona (donerà), anche nella cornice dell’assurdo. Il nostro viaggio lo è, Fabio. Per questo mi ritengo una pensatrice privata. Così custodiscimi. Amore mio.

 

...CONTINUA