:: Claudio Di Scalzo: Karoline con Kierkegaard a Bruxelles 2

 

 

 CAPODANNO A VECCHIANO 2

La notte di Capodanno 2015, come rivelato in nota a “Karoline con Kierkegaard a Bruxelles 1” l’ho trascorsa con Karoline Knabberchen e Nada Pardini. Soltanto mia madre era presente nella cucina e poi in salotto. Il dono che stavo ricevendo era qualcosa di immenso. 

A ciò pensando, alla mia fortuna di autore e di uomo, la notte del primo gennaio 2015, ho scritto, dopo “ Biscotti Specoluus all’Eglise St-Jacques”, la prosa “Colore e Tremore con Kierkegaard al Théâtre Marionettes de Toone di Bruxelles” e “Karoline col collier di Kierkegaard ai Musées Royaux des Beaux-Arts”. E ho dedicato il tutto addormentandomi alla cinque del mattino alle due donne che han passato con me la notte di Capodanno. 

 

 

 

 

 

Claudio Di Scalzo

COLORE E TREMORE

con Kierkegaard al Théatre Marionettes de Toone di Bruxelles

1984

Caro Fabio, intanto che te ne stai in Rue de Bouchers a fotografare come l’acciottolato serpentino squama la sua sacralità - i giudiziosi belgi di Bruxelles l’han dichiarato Ilot Sacré - sfiorando scalini e timpani e portali decorati del XVII secolo per condurre turisti e ghiotti indigeni in caffè in ristoranti colmi di dolci e salati veleni nutrienti le pance, io, ranocchietta ontologica ma pur sempre popolare usando la recita di Marionettes del Théâtre de Toone tento di spiegarti come l’esistenza sia una situazione scissa e che, magari, scommettendo sull’Assoluto in amore e fede, scegliendo la follia di Abramo pronto a sacrificare il figlio Isacco, può accadere di conquistare qualcosa che non si consumerà nell’abbaglio, nella perdita, nel rovescio miserando e, dannatemente, dialettico!

Arlecchina Kiekegaardina: Signori e signore, benvenuti alla teologica disputa sulla Scissione e la Fede. Sarò una marionetta timorosa e tremorosa mentre espongo il pensiero del gobbetto geniale di Copenghen Sören Aabye Kierkegaard.

Arlecchina Hegelina: …Che però nel contrapporre la sua filosofia dell’Esistenza a quella del Concetto del maestro Hegel usa, o devo dire copia?, la categoria di H. dell’Assoluto. E se il tuo protetto col cilindro altro un metro, cara mascherina Kierkegaardina, afferma che Hegel propone un Assoluto dove ogni opposizione ahimè si concilia, ti ricordo che sempre lui, il divo di Berlino, ha introdotto il concetto di scissione! La parola geniale mi sembra adatta più al tedesco. Casomai maniacale s’addice al fuggitivo da una Regina. Eh eh.

Arlecchina Kiekegaardina: Non m’impelago nel privato dei filosofi! Sottolineo che “Timore e Tremore” del 1843 è l’opera più intensa di Kierkegaard dove l’alternativa tra i momenti dell’esistenza, inconciliabili neh!, e anche Fabio Nardi se ne dovrà fare una ragione!, della vita estetica, vita etica, e della fede religiosa, sono esposti in una maniera densa e buona come il cielo primaverile sopra L’Eglise St-Jacques-sur-Coudenberg. La scissione il mio maestro danese la intende e la sviluppa, cara Hegelina, con lo Spirito in te fissato dalla sera alla mattina, in modo alquanto diverso, e secondo me adatto alla coppia Karoline Knabberchen e Fabio Nardi, per i quali allestiamo questa recita un po’ fuori dagli schemi soliti!

Arlecchina Hegelina: Cara Marionetta nella disputa stretta argomenta pure con la tua religiosa scure che t’ascolto rapita e di toppe come te vestita!

Arlecchina Kierkegaardina: L’Esistenza è la Situazione, essa definisce, collocandolo, il singolo nell’ambito della totalità del reale e quindi dell’Assoluto; ma l’assoluto è scisso. Il singolo vi sta dentro ricostruendo, non può far diversamente, la proiezione totalizzante della propria singolarità. Dunque, vedi la novità Hegelina bella topposa?, l’esistenza del singolo, anche di Nardi e Knabberchen, è scissa per definizione. La nascita dà origine alla scissione, intendi il tormentone?, e la morte ne segna il The End. Ed è proprio perché l’Assoluto è scisso che il Game Over per il singolo nel flipper esistenziale funziona così.

Arlecchina Hegelina: Ah ah divertente l’immagine flipperistica. Nardi da ragazzo a Vecchiano ci passava le giornate al flipper. Ora son elettronici, però sempre la pallina rimbalza scissa sulle buche della scelta. Ma, dimmi, Kierkegaardina funambolica, come si supera la scissione? Diamo insomma una mano alla coppia a cui teniamo ambedue.

Arlecchina Kiekegaardina: Ti rispondo volentieri, anche se il tuo hegelismo potrebbe rivelarsi in te sol fideismo. Se la totalità del reale è in se scissa, tutto questo sottintende che non c’è bisogno di alcuna Necessità, come scrive il tuo amato H., e che la necessità si deve ridurre a Possibilità. Dai una ripassata ad Aut-Aut marionetta Hegelina per convincertene. Oppure leggi quanto Karoline Knabberchen scrive stando sugli scalini dell’Eglise St-Jacques in “Biscotti speculoos” che fai anche prima a sincerartene. Ogni forma del divenire umano è solamente una “possibilità”, inconciliabile con altre possibilità, che il singolo sceglie in base a una sua istanza. Però se non esiste alcun nesso logico nel divenire, se non c’è nessuna necessità a secondarlo, non è neppure necessaria la scissione. Qui scatta la scommessa di Kierkegaard, che sia possibile anche l’impossibile e cioè il superamento della scissione. E ciò non può avvenire che con la Fede.

Arlecchina Hegelina: Sei più vorticante dei fili che ci reggono  e che ci fan danzare colorate e sudate negli stracci, mia cara compagna danese. Però quale fede può servire allo scopo, quale cristianesimo? Non ho molta fiducia in quanto qui in terra di Belgio come in altre parti mi conclama la chiesa ufficiale!

Arlecchina Kiekegaardina: E fai bene a non accontentarti! Neppure io o Karoline lo facciamo! Fabio Nardi col suo don Gino abbozzerebbe, ma oggi offriamo anche a lui uno scandalo religioso su cui meditare. Su qualcosa di inaudito. Come Abramo che accetta, dopo la richiesta di Dio, di sacrificare l’unico figlio Isacco!

Arlecchina Hegelina: …questo episodio biblico è sconvolgente. Rivelami come Kierkegaard lo utilizza per proporre la fiducia nella possibilità dell’impossibile, per realizzre un’armonia superiore oltre ogni scissione. Sono molto coinvolta, fremo melle mie toppe amica mia.

Arlecchina Kiekegaardina: A chi lo dici!… a me s’attorcigliano i bottoni e s’arroventa la maschera sulla fronte. Ma proseguo perché discutiamo di ciò che vale veramente nella vita del singolo, delle marionette, delle coppie di fidanzati. La fede non può avere un fondamento razionale. Abramo obbedisce e porta il figlio Isacco sul luogo del sacrificio. A quel punto Dio gli ferma la mano. Però Abramo non sapeva che Dio sarebbe intervenuto. Quello di Abramo con Dio è un rapporto segnato dalla Scissione. Tutto ripone Abramo in Isacco e ora Dio gli chiede assurdamente di sacrificarlo a lui. Abramo accetta per non rompere il rapporto con Dio. Poi avrà la sorpresa, non scontata, della mano amica. A fermare il pugnale. Ecco, qui, Hegelina, è espressa la realtà della vita universale: i valori che noi pensiamo assoluti: amicizia, amore, ideologia sui quali formiamo la nostra esistenza possono essere travolti dalla scissione, l’amicizia viene sminuita e tradita, l’amore si consuma, l’ideologia si rivela fallace!, perché? ma perché Hegelina, questo trittico è il nostro Isacco!, intendi?, li abbiamo posti come assoluti, ma non lo erano, erano poggiati sulla realtà totale scissa e sulla nostra povera realtà singola scissa!, ma, oh ascoltami, e vale tanto per i due fidanzati, se a questo punto, come Isacco, confidiamo, confidano, nella fede, se ci diciamo, se si dicono, la fede è avere la certezza che se crediamo assolutamente in qualcosa a cui abbiamo attribuito un valore assoluto, proprio per questo la certezza non potrà essere annullata, e la sua distruzione, in realtà, è solo una eclissi provvisoria, passeggera. L’amore verrà trovato, l’amicizia anche, e la fede avrà vinto la  scissione. Questo accadrà ai personaggi come Karoline Knabberchen e Fabio Nardi. Ed anche al loro autore. Oh ma tu stai piangendo.

Arlecchina Hegelina: piango di gioia per la scoperta teologica che mi stai donando e per il destino dei nomi che rammenti e che stasera ci verranno a vedere mentre recitiamo spettacoli meno teologici.

Arlecchina Kiekegaardina: Anch’io son commossa. Non son mai stata tanto lucida. E coinvolta. Proporrò a Karoline Knabberchen di donare il nostro dialogo a Fabio Nardi il 14 febbraio per la festa degli innamorati.

 

 da TOONE a Bruxelles

Al pianterreno bar al primo piano il piccolo teatro