:: Fabio Nardi: Apologo di fine anno per Karoline Knabberchen |
L'uomo cieco toccandole dava parola alle cose come tutti i ciechi... di suo inventava le stagioni le età ... di quanto i suoi polpastrelli intuivano e i legami di questo mondo silenzioso col cielo e in certe giornate con le nuvole. Era la “radice sana” del suo esistere insensato, tutta la sua concretezza. A volte s’immaginava poeta vedendo una Casa una Donna un Bambino che l’aspettavano toccandolo loro per primi: la sua fronte, le labbra, il petto… per dirgli come si chiamava e chi era. Gli succedeva ogni anno il 31 XII poi tornava senza dimora. FN per KK - Apologo per la Sera Muta. |