:: Accio e Sara Cardellino: Mio padre Lalo e Accio nell’amore con il pericolo accanto. Maggio 2017







Accio e Sara Cardellino

 Mio padre Lalo e Accio nell’amore con il pericolo accanto

 Maggio 2017








 

Inutile ci giri attorno, lo confesso, se ripenso a mio padre Libertario detto Lalo, Sara, tutto quanto ho inventato per te nasce dal desiderio di imitare lui che nascosto nella tomba della sua sorellina morta di cinque anni, nel 1944, partigiano usciva, a notte, dal cimitero per compiere sabotaggi contro i nazifascisti: ma anche portava, sempre, un fiore di campo o una rosa rubata, sulla soglia della camera di chi amava: la Nada figlia di Vittorio capomanipolo del fascismo a Vecchiano. Luogo pericoloso sorvegliato: se lo prendevano lo fucilavano. Ma lui lo stesso lo faceva. Perché voleva sapesse che l’amava. E lei glielo diceva facendo finta di pregare, di giorno, davanti alla tomba: lasciandogli qualcosa da mangiare tra i fiori.

Non è possibile Sara per me uguagliare tanto coraggio e poesia: neppure scrivessi ancora mille pagine o inventassi immagini altrettanto… oltre a quelle che già esistono. Perché lui rischiava la vita. Era pronto a darla per amore. Senza sapere nulla di romanticismo dei Novalis degli Shelley. Era l’assoluto di un partigiano innamorato con la licenza d’avviamento professionale. Camionista in tempo di pace. Però ora sai cosa al fondo mi ha mosso verso te e prima cosa mosse Fabio Nardi verso Karoline Knabberchen (1959-1984).

Sara quando le parlai così sincero, ebbe un viso talmente delicato e commosso che lo ricorderò per sempre. L’avevo capito mi disse, carezzandomi i capelli posati sul suo petto, Accio. Lo sapevo da tanto. Da quando mi raccontasti questo romanzo dei tuoi genitori.

 



 

So anche che ammiri un gesto d’amore, il fiore sulla soglia della finestra, che vale per sempre per una vita; perché altri Lalo non ne compirà. Quel fiore è per sempre. Cosa può compiere di più un uomo, una donna una figlia rifuggendo il padre fascista in complicità con un comunista partigiano!? Vale per sempre. Allora, Accio, ti dico: che ho scelto una sola poesia un solo frammento in prosa un solo disegno una sola fotografia nell’immensità che mi hai dedicato che insieme abbiamo inventato in questi anni: e ciò per me per noi vale per sempre. Anche se non ti dirò mai cosa ho scelto.

Tu però smetti di rasentare il pericolo per somigliare a Lalo, te lo vedo fare dal maggio 2009,… a velocità illogiche sull’autostrada per raggiungermi a Venezia… se siamo sui monti pisani mi fai venire il batticuore perché vai a cogliere il fiore selvatico sui crepacci… al mare quando è mosso vai alle boe e dici prima di tuffarti: da lì grido che ti amo e i gabbiani te lo confermeranno… se maturano le ciliegie vai sul ramo più alto a coglierne per me e io temo cada rompendoti l’osso del collo…