:: Accio e Cardellino e Lalo: La crepa ner còre. Venezia 12 dicembre 2020.


Accio e Lalo e il camion

 


 

Accio e Cardellino e Lalo

LA CREPA NER CÒRE.

Venezia - 12 dicembre 2020

Per intendìsi coi propri morti ci vòle ir còre adatto che rima con crepacòre. Nun c’è bisogno d’esse poeti. Basta avé discendenza alla lontana dar Foscolo se parli l’italiano. Nella fessura, nera, per intendìsi, una parte la divaria Amore dall’artra Dolore. Chi sta dietro ar marmo der mi’ ‘ore da morto esta dialettia sparse sur figliolo che ancora sono perché crepa ‘osì m’attraversa. Ci si nasce e chi ti fa nasce nun poteva sapé che te l’avrebbe stampata addosso. Ir morto ora però sa che esiste per intende quarcosa di basilare su chi à lasciato ad annaspà ner mondo duve regna il Male e più che aspettatti, se trovi salvezza, nun po’ compie. Però dietro la tu’ crepa sta ed è già quarcosa di bello.

Di più nun so ditti Sara... perché ora dòrmo ancora; ma se tu posi l’orecchio, amandomi più che poi, sur mi petto potrai avvertì anco te la crepa che tengo ner còre che rima con amore e dolore. E siccome seondo me fai rima con fiore... ‘osì Accio e Lalo, ir figliolo ir padre, uno vivo l’artro morto... avranno per la prima volta colorata piantina profumata vicino alla crepa.

 

 

NOTICINA PRESTO DI MATTINA

Mi sveglio col buio ancora sulla Laguna. Il Cardellino dorme. M’alzo per cercà disegno d’un anno fa che penso pubblicato su Facebook per lei. Che poi invece non c’è. Leggo il frammento di un amico, di un compagno poeta, Alessandro, dei dieci che ho sul social, che mi coinvolge. Che mi spinge a scrivere col mio espressionismo vernacolo pe’ ir mi’ babbo morto nel 1995. Libertario detto Lalo.

“Cosa sei andato a combinare Accio?”. Sussurra Sara appena sotto le lenzuola. “Quando mi risveglio te lo dico. Adesso posa la testa e l’orecchio duve senti batte ir còre. E dormiamo ancora”. “Lo faccio sempre, Accio. Perché me lo chiedi? “Perché ora sei un fiore per me per mi pà!”