:: Accio e Cardellino e Lalo: La crepa ner còre. Venezia 12 dicembre 2020. |
Accio e Cardellino e Lalo Di più nun so ditti Sara... perché ora dòrmo ancora; ma se tu posi l’orecchio, amandomi più che poi, sur mi petto potrai avvertì anco te la crepa che tengo ner còre che rima con amore e dolore. E siccome seondo me fai rima con fiore... ‘osì Accio e Lalo, ir figliolo ir padre, uno vivo l’artro morto... avranno per la prima volta colorata piantina profumata vicino alla crepa.
NOTICINA PRESTO DI MATTINA Mi sveglio col buio ancora sulla Laguna. Il Cardellino dorme. M’alzo per cercà disegno d’un anno fa che penso pubblicato su Facebook per lei. Che poi invece non c’è. Leggo il frammento di un amico, di un compagno poeta, Alessandro, dei dieci che ho sul social, che mi coinvolge. Che mi spinge a scrivere col mio espressionismo vernacolo pe’ ir mi’ babbo morto nel 1995. Libertario detto Lalo. “Cosa sei andato a combinare Accio?”. Sussurra Sara appena sotto le lenzuola. “Quando mi risveglio te lo dico. Adesso posa la testa e l’orecchio duve senti batte ir còre. E dormiamo ancora”. “Lo faccio sempre, Accio. Perché me lo chiedi? “Perché ora sei un fiore per me per mi pà!”
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