:: Accio e Karoline e Cardellino: Sainte Geneviève di Puvis de Chavannes in soffitta


Puvis de Chavannes: Sainte Geneviève




Accio e Cardellino e Karoline

SAINTE GENEVIÈVE DI PUVIS DE CHAVANNES IN SOFFITTA.





Principessa
Marie Cantacuzène

 

Ha ragione Sara Cardellino. Le soffitte del cascinale sono il “paese dei balocchi estetici” e non devo aver timore a entrarci e riprendere quanto vi accatastai dopo aver scritto dipinto fotografato impilato documenti lacerti del vissuto... perché ciuco stando a Collodi lo son già... al massimo riprendo sembianze umane, una qualche umanità, rispetto a quanto sono. Tenerella spiritosa. Dunque al chiuso, causa pandemia, non mi resta che ubbidire alla mia Virgilio veneziana, che da vicino o da lontano non cambia mestiere, nel guidarmi verso qualche ascesa possibile. Speriamo non inciampi nel solito scalino corroso dall’umido o mi ferisca la stempiatura nei travi. Poi se dall’abbaino, scansato l’allocco che nel giorno chiucca più di mi-mà al pianterreno, vedrò la campagna poi il Serchio poi il mare gliè già quarcosa.

Quanto ho ritrovato oggi però è importante. Per i ricordi e per quanto rivela.

Ero a Parigi nel 1980, da mio zio Lenino, nell’albergo in Montparnasse “La Belle Elisabeth”, con Karoline Knabberchen. Allora ero Fabio Nardi fotografo. E tra le diverse fotografie che scattai ho ritrovato quella con cui catturai, al Petit Palais, un disegno di Puvis de Chavannes. Rieccolo dopo che tramite Seurat ricalcante il (clikka: Povero Pescatore) giorni addietro ne ho scritto.

Mi chiedo perché conservai questo disegno che raffigura un bozzetto per Sainte Geneviève, patrona di Parigi, dedicato all’opera da realizzare per il Pantheon.

Avevo 28 anni allora. Karoline 21. Posso ricordare qualcosa? Sì la memoria fotografica aiuta il sessantasettenne che sono. Per quanto riguarda l’estetica, cioè il mio interesse per la pittura fine Ottocento a Parigi, posso tentare di ricostruire: più o meno mi sarà garbato scoprire la semplificazione delle forme nel ritratto della santa. La ricerca di quella che il pittore chiamava “potenza emotiva”. Avrò aggiunto a Karoline che questa semplificazione finirà sui pennelli dei Nabis di Gauguin. Le mani nel particolare taglio obliquo mi avranno fatto dire come sia importante il disegno per capire il passaggio alla tavola alla tela alla composizione definitiva. La matita nera mi avrà entusiasmato per come rende espressivo il volto. Già il volto. Sì il volto.

 


L'eterna amata Karoline Knabberchen (1959-1984), 1980






 

E qui fu l’amata eterna Karoline Knabberchen (Guarda Engadina Svizzera 1959 – 1984 Norvegia Lofoten Austvågøy) a sorprendermi. Le sue parole me le ricordo come l’avessi ascoltate ieri. Come scordarle!! Non fu tiratera di storia dell’arte. Era qualcosa di più. Di decisivo.

Lasciandomi a bocca aperta perché, se pure avesse letto prima del viaggio notizie dei pittori o li avesse studiati nella sua Engadina sotto il manto di Segantini o Giacometti, quella giovane donna mi diede notizia di quanto conta. Poteva contare per me per noi due. Per sintetizzare non una pittura ma l’Amore. Da solo non ci sarei arrivato! Puvis de Chavannes darà alla santa i lineamenti della principessa rumena Marie Cantacuzène. Sua modella da metà ottocento. Vivranno assieme lunghissima relazione. Si sposeranno quando il pittore avrà settanta e passa anni. Lungo amore breve da sposi. Puvis morirà pochi anni dopo. La santa protettrice dei francesi avrà occhi per loro nell’eterno. Ciò vale più di ogni dipinto e arte. Per lei per lui. Cerca di ricordarlo.

 


Sara Cardellino







 

L’ho ricordato. Lo racconterò a Sara Cardellino. Si commuoverà come mi son commosso io. E poi risalirà con lieve umorismo dal turbamento, la anticipo a volte, accadeva pure a Nardi con Karoline, e, probabilmente dirà: Lo vedi Accio che l’umanizzazione da soffitta dalla ciucaggine funziona?