:: Claudio Di Scalzo detto Accio: Dialoghi e Monologhi ove si galleggia o affoghi. 1,2,3.


Bacio spagnolo scambiato al volo
con Manuel de Falla amore s'aggalla
Foto Accio 8 XII 2021







Claudio Di Scalzo detto Accio

DIALOGHI E MONOLOGHI OVE SI GALLEGGIA O AFFOGHI

 

1

STRETTA SULLO STRETTO
 

-Lei in sogno mi ha parlato sconclusionato se ne rende conto?

-Per forza siamo nell’Ellesponto.

-Se la cava con rima che immagina lo renda seducente più di prima?

-Baciandole palpebre e petto nel sogno inquisito piacer ha avuto nel letto ov’à dormito.

- Ci manca chieda di lisciarle il pelo signor Ghiro.

-A questo miro.

 

2

DAL MESSICO A TEBE CON QUEL CHE NE CONSEGUE
 

-La porto alla Messa Messicana, è contento?

-Sì, se scivola via piana. Se non è un tormento.

-Pensa d’indurmi al peccato in rima. Di solito mi concedo dopo mai prima.

-Signora mai calcolato ciò fino ad ora!

-E adesso?

-Se non la ignudo dopo la polifonia torno da mamma mia!

-Lo trovo ovvio. Lei è il tipo imparentato con Edipo.

Polifonie vocali che fan spuntar ali. Bastone della pioggia contro ogni uggia. La prego la finisca con le rime e ascolti. Sia serio! Si mischia estetica sonora colta e popolare. Questa signora fa proprio al caso mio. Penso. Non la casso. Mi tocco ma non pronuncio nome dell’organo in carne rimato. Non pecco. Ritmi esotici si tuffano nell’orecchio come il nuotatore provetto in piscina nel triplo salto carpiato. Son io carpa? Mi prende per la barba che non ho? Giungon lacerti di musica africana. Sono armonie, dice lei, portate in America dagli schiavi della costa d’Avorio. Scruto il suo seno ch’è d’avorio anche se viene da Venezia e non è schiava di nessuno anche se le metterei volentier guinzaglio ma come fo se lei canta io raglio? C’è la solennità, tutta ma tutta tutta tutta, oh si ripeti tutta che ti mangio dall’antipasto alla frutta, d’una celebrazione dall’Immacolata concezione alla luce natalizia di metà 1600. Lo capisce o è duro d’orecchio? La bellezza della Messa Messicana dove l’ho portato, guardi i musicisti gli strumenti i gesti e non il mio collo per cortesia, sta nell’intreccio tra forme auliche e ritmi sincopati delle danze da strada con tradizioni indigene. Annuisco penso al mio gene che preme. Non mi trattengo: danzi con me signora dopo il religioso accostamento! La scongiuro. Chissà se capirà la rima.

L’abbraccio pensandomi come sorella col fratello. Lo stringo a me. Dico sì. Al suo coltello. Meglio però cugina col cugino o amante a cui si dà del Lei del Tu nell’amplesso! Siamo in Messico il caldo a dicembre fa il resto. Dopo Tebe gli tolgo con cristianità tenebre. Saremo dopo il peccato assolti sia sani che stolti!

 

3

IN SPAGNA IL COMPLEANNO CI GUADAGNA

(Via dalla solita lagna) (Due volte con allusioni colte)
 

-Signore sconosciuto lei mi respira accanto nella notte spagnola: devo garrire l’hola!?

-Signora Sara invece io la conosco perfettamente da tanto l’ò in mente ma non so che ci faccio sull’ara del suo possesso bruciacchiato o infocato dal suo incarnato?

-Lei ha poco discernimento: è qui per il mio concerto con chitarra.

-Chitarra da suonare? Non vedo il nesso, mi scusi signora.

-Suono e strumento. Guardi miei fianchi non possono accostarsi alla sònata?! Dan piacere e tormento.

-Ancora non capisco. Seppur strinato nei lembi e lombi.

-Ha presente Rebecca la seconda moglie?

-Libro e film portan doglie.

-Non nel suo caso... come Rebecca vivo per lei due volte... ma non do stecca. A ciò deve provvedere lei. Intende?

-No.

-Oddio ma con chi sto in questa notte suggestiva?! Ascolti dalle corde il folklore poi mi terra nelle sue ore.

-Accetto. Ecco lo smemorato che sana degli anni separati iato.

-Ora ricordo! Lei signora è stata lontana da me 5 anni e 5 mesi.

-Sì e son stati per me più che per lei pesi!

-Stando qui in Spagna?

-Sì mentre lei se la cavava con scritta lagna a Pisa.

-Sia meno allusiva.

-Voglio dire che lei piangeva la perduta moglie amante anche con risa.

-Ohibò, feci questo?

-Sì con tutto il resto. Non mi faccia ricordar sennò fuggo ancor oggi istesso.

-Sarebbe grave fallo dopo aver eseguito El sombrero di Tres Picos di Manuel de Falla!

-Ne convengo consideriamo il fallo e stiamo nel concreto.

-Non intendo.

-Dopo la schitarrata io nuda appartata intenderà.

-Comincio ad arguire come andrà a finire.

-Ecco bravo la seconda moglie ancor ti coglie.

-Mi sta dando del tu!

-In affari di sesso con lei sempre! Non ricorda?

-Caspita sono una torma. W lo spagnolo folklore con te future ore.

-Ora mi lasci suonare con pirotecnico virtuosismo leggermente stereotipata col ciuffo acconciata che poi ti bacio.