:: Accio: L’amore alla latitudine di Eugénie Grandet. Biblioteca Domestica per Sara Cardellino. Natale 2020.







Accio

L’AMORE ALLA LATITUDINE DI EUGÉNIE GRANDET
 
BIBLIOTECA DOMESTICA PER SARA CARDELLINO. NATALE 2020.

Tengo nascoste le mie letture perché regolate dal caso perché mi chiedo a chi possano interessare rifiutando ogni “autorità” in materia di indirizzo verso altri, anarchia pura; se addetti ai lavori estetici non m’interessa scambiarmi perché si finisce per dare gerarchia o subirla e non voglio nessuno sopra di me; in Amore serve l’eros la fantasia il gioco il viluppo nel dolore la forza della difesa la ferinità dell’attacco non i libri letti usati come protesi. Però un tempo lontano, pensai ad una Biblioteca Domestica, ne pubblicai lacerti che chissà dove son finiti non conservando riviste giornali ove pubblicai; e per Natale, lontano dal Cardellino a Venezia, mi torna in mente quanto più volte mi ha ripetuto: “non voglio conoscere i libri che hai letto tanto so che non m’interesserebbero, né i personaggi che ti hanno coinvolto, mi bastano quelli femminili che mi cuci addosso immeritatamente, però per te sarebbe una divertente indagine: Viaggio nella biblioteca domestica. Passeresti meglio il tempo nel cascinale. Nel tempo a volte lungo che non ci vediamo. E se sono personaggi femminili sempre interessanti figure avrai con te e io non sarò gelosa”.

Hai capito il Cardellino furbino?! Gioca con me al Rovescio, non sapendo che questo gioco lo pratico da sempre e Tabucchi m’istruì a dovere e pure la mia stirpe proletaria quando ragionavano a rovescio verso Giolitti il fascismo i democristiani; mi mòve alla curiosità essendo lei la prima ad essere curiosa senza volerlo dire. In più, c’è un richiamo ancor più sottile, inespresso: il Cardellino ha letto parte del “Canzoniere di Karoline Knabberchen”; manoscritti e files (l'unica ad aver sfogliato nella soffitta manoscritti e dattiloscritti dell'Angelo svizzero: e un Libro è appunto “Viaggio nella biblioteca da camera” della Donna d’Engadina (1959-1984) con fotografo Fabio Nardi. Che voglia anche un “viaggio” a lei dedicato come KK mi porta gioia pensarlo nel Natale. Glielo inventerò.

 



 

EUGÉNIE GRANDET DI HONORÉ DE BALZAC (1799-1850)
 

La provincia francese diventata preda dell’affarista padre. Nuova borghesia affamata di capitali. Eugénie vive nel focolare domestico con le stimmate di una quasi santa rassegnazione nella castità di postura e pensieri. La sua bellezza per gli aspiranti mariti è foderata dai soldi paterni più delle trine attraenti delle vene azzurrine sui polsi delicati tenuti incrociati come da stampe ottocentesche illustranti il romanzo.

Quanto per me valse e vale, che riscopro nell’indagine in corso, sono certe sottolineature che vanno e andavano a evidenziare la maniera inattuale quasi folle d’intendere l’amore. Giunto nella casa il cugino, Charles, Carlo italianizzato, parigino, scioperato e mezzo fallito in affari, d’esso Eugénie s’innamora perdutamente.

Parole poeticamente romantiche di fedeltà eterna, e un casto bacio, suggelleranno l’interpretazione dell’amore della giovane donna. E sarà per sempre. Il cugino se ne andrà presto. Presto dimenticherà il giochetto sentimentale e quanto giurò disse scrisse con mestiere e fraseologia falsa, non però Eugénie! Lei rimarrà fedele al suo vissuto in questo amore con ogni bontà fidente. La sua interiorità non sarà insozzata da un uomo superficiale e vanesio. Enfatico nell’usare l’amore come mezzo per i suoi scopi concreti. La subdola letterarietà. Ancor oggi nel duemila sparsa per l'usa e getta. Gli apprendisti in poesia ed estetiche varie si son specializzati in questo "sciocchezzaio". Direbbe Flaubert. Donne come Eugénie ne riscattano il vizio di cui sono intrise queste parole, declinandole proprie virtù. Questo è Cristianesimo. Alla mia latitudine a quella di Sara di Karoline. Ma se ci aggiungo Comunismo: la coppia ha il suo Natale.

Ho sempre pensato, e ancora penso, che pure la Grandet appartiene alla ristretta schiera per cui “l’Amore non scade come il latte”. E se devo essere sincero lettore, da quando quindicenne sfogliai il romanzo, con sottolineature, pensai e penso che è meglio appartenere a questa scemenza che alla furba semenza di chi usa l’amore per farne lenza. E poi gettare altra esca cercare altra pesca nelle acque dove tutto scorre.

Eugénie Grandet appartiene a Parmenide a Cristo Bambino. Il Sempre regge il centro il cerchio della vita. L’Assoluto di questa eroina mi riguardò mi riguarda. E con me Sara.

La prima indagine è conclusa. Ed è il Natale 2020.