:: Olandese e Bambino sulla sedia salutano dal veliero Olandese Volante che disalbera - Mara Zap e Golem salutano - Ringraziamento a Sara Cardellino che ha risposto al mio "Ho bisogno di aiuto" - Golem e Mara Zap salutano e van via con me - Mara Zap col Golem e con Dvorak per me che parto - Questa è sparta


 




Claudio Di Scalzo

OLANDESE E BAMBINO SALUTANO

"L'atroce soffrire e il pazzo godere.

Ho lasciato il tempo e sono nell'eterno.

Questa è la mia fede" (G. Boine)................................

Il libro transmoderno “Giovanni Boine muore” che mi ero ripromesso di scrivere è fatto. Nella sua parte fondamentale i 16 giorni di maggio d'agonia. (Oggi 16 maggio il centenario della morte, 1917-2017). Poi Karoline Knabberchen (Guarda 14 IV 1959 - Lofoten 20 VIII 1984) saprà, per la sua parte, con Fabio Nardi, scrivere altro, per il suo Canzoniere. Come: (clikka) "La resurrezione di Giovanni Boine" Ma ciò riguarda lei e il fotografo Fabio Nardi.

Scrivere in questi ultimi mesi e poi della morte di Boine per il centenario mi ha molto provato. Le ferite del tragico di ieri e di oggi (clikka: "Il benzinaio, lo scrittore, la sorella di Giovanni Ciucci")... lotta politica, morti, violenze, perdite incolmabili, reali... pertanto L’Olandese Volante attracca in qualche isola standosene nascosto. E lì viene da me disalberato. Con dolore alto e furore a pari. E le sue ardite vele ripiegate. Perché l’avventura è finita.

Il migliaio di file in scrittura (tutti i generi) in pittura e fotografia non ci sono più. Resta la prima pagina e, nella BARRA/ROSSA (un tempo biblioteca del veliero indomito con i suoi personaggi e un migliaio di pubblicazioni) alcuni testi a ricordare scafo e alto pennone e bandiera Jolly Roger dell'anarca. IN AUTUNNO l'azienda Retesì, che lo amministra, tecnicamente, provvederà a togliere L'Olandese Volante definitivamente dalla Rete.

… se ho inventato qualcosa di "buono", come si dice a Pisa, è stato contando, alla Stirner, sulla mia proprietà creativa! non sono adatto al guinzaglio teorico, sono libero!, e ho cercato il fiato di Modigliani e Jeanné e di Majakovskij e di Boine e non l'alito del critico di turno, imperiale oppure da sottobosco letterario on line; di quanto scrivi su di me non mi farà né caldo né freddo, dicevo loro, in tanti han disistito alcuni han tenuto duro. Forse qualcosa l'hanno indovinato. Però mi son scordato cosa!

In ogni caso si sappia: L'Olandese con la sua nave l'Olandese Volante cercava Senta, per salvarsi, e ciò non è accaduto. Ormai il tempo stringe. Resterò, come da calco del dramma di Wagner, maledetto, ci aggiungo scemo!, e senza amore salvifico. A me della carriera letteraria e artistica non è mai importato nulla!

Ho navigato nelle arti per cercare Senta! e Karoline Knabberchen! che a me tornasse in qualche modo dopo il suo suicidio nell'agosto 1984!

Sul sovvertimento politico, con cyber-soviet, usando il web, da tempo non avevo più illusioni. Si tengano questo bel capitalismo schizoide-spettacolarizzato che gingilla-marionetta pure la cultura e chi pensa di farla. E dove l'accesso al mestiere di poeta-scrittore-artista è l'elevazione al cubo-web! del modello vassallatico ereditato dal novecento. Con i suoi mandarini in alte vesti "culturali" a gestirne le sorti! Lo scrivo anche sollevato, per questo nascondimento e sparizione dell’Olandese Volante, perché, scopro, ancor più!, grazie ai mesi passati, che non sono mai stato un letterato o un artista come nella società reale e telematica s’intende. Anche se ho scritto e mi sono dedicato per tanti anni alle immagini.

La mia diversità mi esclude dai consessi estetici. Letterari. Non è soltanto motivazione politica: l’estremismo per niente pacifico anarco-cristiano. Probabile il carattere influisca. Molto. Crudeltà e scatti di nervi, mostruosita? (rima), non certo adatti a frequentazioni col bon ton poetico citazionista. Anche se penso che poi i migliori risultati artistici li ottengono i solitari, i cattivi in tutta bontà, e quelli poco raccomandabili come me! che le scuole culturali scansano come soggetti detestabili. Ha influito pure, nella rovina finale, che io Olandese mi sia affidato nell'amore alla naturalità-scherzosa del Don Giovanni: garbare-far-innamorare soltanto col proprio corpo in eros e non, come fanno i colti, i letterati, i poeti dai vasti curriculum sapienti con relative pubblicazioni e insegnamenti e viaggi, alla figura del Faust che usa la cultura come protesi. Anche del cazzo. Ma tant’è! I giochi son fatti, ormai, su di me: dalla Restaurazione eterna dell'antico regime, dal tempo, dal destino, dai miei errori, dalla colpa originaria che non conosco. Devo andare altrove e non so ancora come. Del tutto. E, qui, sulla mia nave, lo dico come saliva, inutile, sputata in mare.

Mi conforta, però, sapere che fui un rivoluzionario di professione. Dai sedici anni nel 1968 - Piccola Guardia Rossa, mi chiamò Adriano Sofri, avevo sedici anni! Clikka: Accio Billy al saloon delle estetiche arti poetiche 3- al 1977. E ancora lo sono stato, per certi versi, scrivendo e disegnando in tutti questi decenni sui siti e blog ideati. Camionista con patente sempre rinnovata. Insegnante in scuole popolari e cioè gratuite per i miei paesani. Divulgatore del Catechismo e dei Vangeli nella Chiesa di Sant’Alessandro a Vecchiano con Don Melani che rimava con Don Milani! Pittore di immagini religiose ad affresco e acrilico per le piccole chiese della Val di Serchio. Pescatore di orate e branzini con barca a motore e a remi. Cacciatore di frodo con il "Pazzo", mio amico barbiere, nel lago di Massaciuccoli-Puccini. I fasti del ballerino di tango e del nuotatore a farfalla, campione regionale, credo proprio che sia impossibile rinverdirli! In ogni caso qualcuno di questi mestieri, probabilmente, lo riconsidererò per il mio futuro. Al posto di scrittore e artista da Olandese Volante.

(Qui la mia elegia per un compagno, il mio poeta di riferimento, Paolo Fatticcioni detto Il Pazzo (1949-2005), il barbiere di Nodica. Quando capito nei paesi della Val di Serchio verso Marina di Vecchiano, c’è sempre qualche giovane o qualche anziano, che nei bar, mentre prendo un caffè al banco, e a volte è lo stesso barista, che tira fuori stampato dall’Olandese Volante o da Tellusfoglio, qualche pagina che ho dedicato a Paolo Fatticcioni. Morto di cancro alla gola. (CLIKKA: Piccolo Requiem celeste per Paolo Fatticcioni ; La ribellione Libertina di Paolo Fatticcioni - C'è qualcuno degli sciancati sui siti illustri di poesia che ha avuto un amore azzurro come questo Barbiere da vivere e raccontare? C'è qualche rivoluzionario simile fra tanti che fan finta di opporsi al sistema dominante nelle arti con fine dicitura nei cenacoli per pochi eletti rimbalzati con fotina celebrativa on line? - Sull'Annuario TELLUS il suo nome figura accanto ai grandi poeti e scrittori e pittori, la sua vita non illustre come la mia, sia ANARCHIA e NARRAZIONE, ad esemplificare come per me, come poi sull'OLANDESE VOLANTE, le vite degli artisti proletari, anche se non scrivono, sono a pari dei nomi altisonanti. Questa è Religione questo è Comunismo! come mi scrisse a fine 2011 una compagna, coraggiosa e ardita, dandomi slancio nella navigazione, e che purtroppo è morta il 9 gennaio 2017! Corinna **** Clikka: "Lettera alla Compagna Corinna di Pisino con storia del Tragico dei Di Scalzo. Elegia per la sua morte" - Qualcuno che prima o poi, dell'Olandese Volante, ne ricorderà le gesta, apparirà, perché nell'estetica rivoluzionaria, e nel romanzo d'avventura, così accade! E l'impavida navigazione anarchica e sacra non sarà stata inutile!) E m'invitano ad ancora scrivere per lui, per noi che fummo rivoluzionari e giocosi nella sale da ballo di Viareggio, insomma di rammentare un’epoca vitalistica drammatica: coralità e rivoluzione. In questi momenti, alcuni di un mese fa, quando mi viene chiesto di una sarta compagna come la Nada Pardini, “cuore cucito nel rosso”, mi ha detto uno che la conobbe a una festa dell’Unità, e del “racconto” in progress, su di un barbiere narratore orale in barberia, … capisco che la mia scelta estetica è nel giusto. L’unica possibile per me. Anche se mi è costata e mi costa! ogni dannazione da parte di un sistema culturale, grande o piccolo che sia, e di chi se ne fa interprete, che ha sempre “sfregiato” questa avventura di coerente comunismo. Con me l'ideologia della borghese e squallida carriera letteraria, rovina di ogni rivoluzionamento possibile nei segni, per il singolo e per la classe, non vincerà!

Però in questi giorni, per me, vale la richiesta d’aiuto!, che IL PAZZO sempre onorò, e così, ora posso rivelarlo, sempre onorò anche KAROLINE KNABBERCHEN che lui conobbe e segretamente ne fu innamorato - infatti dal 20 agosto 1984, quando Karoline Knabberchen si suicidò!, ogni anno la barberia, in questo giorno, stava chiusa. Per lutto. E io che lo sapevo. Senza mai parlarne, ritenevo questo suo gesto un atto d'amore per una donna e per me come non ne ho più ricevuti. Lo scrivo per ricordare a chi mai leggesse, questi ricordi, cosa significa la parola FEDELTÀ - anche se la poetessa svizzera, amava Fabio Nardi,… “-Ho bisogno di te, sono in pericolo! – Arrivo”… stavolta lo dico io a due ombre, a due morti… “Ho bisogno di te Paolo, ho bisogno di te Karoline, sono in pericolo. Venite. Aiutatemi! Ve ne prego!")

(clikka ) L’ULTIMA VOLTA CON PAOLO FATTICCIONI SULLE MURA DI LUCCA
 

Ciascuno dei mestieri sopra elencati lo ritengo a pari, se non superiore, al mestiere di scrittore e artista. E questo per dire la considerazione, da comunista-cristiano anarchico, che ho di autori e autrici intenti nelle carriere estetico-letterarie. On line e su carta stampata! intenti a lisciare il libretto stampato o da stampare! l'antologia o la mostra in cui fatui apparire il tempo di un clik vellicante narcisismi e frustrazioni!

E per questo vissuto estremista (anche da fumetto io fumettista), da "eroe da libro" senza libri da pubblicare, mi hanno dedicato un racconto orale, in Val di Serchio e paraggi, che in pochi hanno. Lo ebbe, ce l'ha, mio padre, il partigiano Libertario Lalo detto Garibaldo nel libro di Antonio Tabucchi "Piazza d'Italia"; ce l'ho io col nome di Accio. Tabucchi per questo mi inserisce nel poema in prosa con Davide Benati "Campane del mio villaggio" (1995). Ce l'ha Il Pazzo barbiere di Nodica. Due morti e uno vivo. In attesa di riunirci e raccontarci i capitoli segreti.

Potevo vivendo questa avventura dare importanza a poeti che tegnon di conto del rigo che il critico tal de tali scrisse venti anni prima su di loro tra altri cento righi dedicati ad altri, in fosse comuni con centinaia di nomi, oggi del tutto obliati!, chiamate indagini sulla poesia del futuro, mentre degli articoli a me dedicati sul Corriere della Sera La Stampa sull'Indice su La Repubblica sulla Rivista dei libri, Lettera Internazionale, L’Immaginazione, manco ne tengo ritaglio né ricordo chi li scrisse?, posso con la mia storia, le tragedie vissute, le reali vicende di passioni che segnano e non sono un segnalibro per citazioni!, prendere in considerazione critici e poeti e poetesse intenti, stagionalmente, a rifondare poesia letteratura e arti con linguaggi enfatici e criptici per ristrette cerchie che poi non distinguono un falco da un piccione, una lama dall'impugnatura, una ferita mortale da una puntura di spillo?

Potevo con la mia postura libertaria vivere in un mondo simile e rapportarmi a gente simile?

Non ho tempo né voglia di scambiarmi e dialogare con questa pletora di nominatisi artisti poeti scrittori e varia umanità. Anche perché se m'interessava la carriera vera! nella letteratura nell'estetica, rimanevo dov'ero... infatti...

... ho conosciuto e frequentato nella mia giovinezza (ma prima veniva Il Pazzo, il mio amico barbiere, e se dovevamo andare a pesca con barca e reti a notte o alla Bussola a ballare dove cantava Mina o a Modena dove s'esibiva Vasco Rossi... ciò veniva prima di questi incontri con la cultura che conta!) chi veramente può dirsi, e lo è Autore, Autrice. Avvenne in casa Tabucchi a Vecchiano. A Pisa a Firenze a Siena in Università, a Parigi alla Sorbona, a Lisbona a Milano in Alfabeta in Feltrinelli a Palermo da Sellerio. Nomi che stanno sicuramente nelle librerie ben fornite dei teorici e degli adepti nei siti letterari. E che vengono citati a ogni piè sospinto. Però non ho mai battuto "musate" nelle copertine dei loro libri, che pure non erano mica come quelli elegantemente posticci e in similoro sacerdotale on line!, erano d'oro massiccio! (e i grandi autori non spargono ognora ognidì, come avviene alle imitazioni on line, la loro somma cultura e sapienza tale da imporre a chi li avvicina per dialogare di poesia e cultura un sentimento di vergogna, di inadeguatezza, per le loro scarse conoscenze - e non avere teorie a priori fra l'altro è la condizione prima per tentare opere che valgono nelle arti. Quindi questi devoti scolari si rovinano! - e così dominarli meglio!, non ne hanno bisogno!, sono affabili e alla mano, rivelano raramente cosa leggono cosa creano! perché i libri si scrivono e meno se ne parla prima di scriverli e meglio è!, Ghirri sornione aggiungeva si fotografano!, si dipingono chiosava Benati e Adami, non se ne parla, dicevano Tabucchi e Handke e Celati e Giudici, anche se stava in giuria al Viareggio, e Bodei e Cacciari, scandalizzando Cases e Garboli e la Rosselli, e Lalla Romano, e Gabriela D'Ina direttore editoriale in Feltrinelli taceva lei che aveva lavorato al mitico Dizionario Bompiani degli Autori e Inge Feltrinelli con finissima luciferina ironia approvava dicendo che la troppa teoria in letteratura porta disastro come chi legge il Kamasutra prima del coito per migliori prestazioni finendo nell'incaglio del cazzo moscio! fenomenale la signora dell'editoria! che trovava in me una spalla pisanissima adatta a ogni battuta caustica nelle cene in via Andegari con i Tintoretto alle pareti. Il comunismo sapeva come trattarsi!) in alcuni casi capolavori di letteratura poesia e filosofia! perché semplicemente se loro erano autori a scrivere e filosofare io lo ero a pescare orate a Marina di Vecchiano con la barca, a sapermi accendere un fuoco nella notte e nel sapermi difendere a mani nude anche da due persone; e mia madre, la sarta Nada Pardini cuciva capolavori di tailler per ragazze operaie che andavano a ballare alla Paloma; e l'amico meccanico sapeva montare e smontare, in modo geniale, tutti i carburatori possibili d'auto, compresa la mia quando aveva dei guai, e urgentemente dovevo raggiungere la Capannina a Forte dei Marmi, dove m'aspettava Margherita Stein col nervoso! Per me l'attività artistica è sempre stata a pari di altri lavori ben fatti. Se il mio vicino di casa mi diceva ma che belle parole hai scritto sull'Olandese Volante, io gli rispondevo ma che bella fienagione hai raccolto nel prato. Così sapiente e perfetta!

 

Ho con me, a fine avventura, L’Ecclesiaste, il Vangelo secondo Giovanni, e stasera anche Cittadella di Saint-Exupery. Si l’autore del Piccolo Principe ha scritto un libro poco letto e altamente religioso come “Cittadella”. Idealmente “Il Dito di Dio” vale per un personaggio-me a cui sono molto legato come “Il Bambino sulla Sedia-piccolo poeta”. E da questa sedia tutti saluto. Claudio Di Scalzo detto L'Olandese

 

Saint-Exupéry

IL DITO DI DIO

Da “Cittadella”

Fu allora che capii che colui che riconosce il sorriso della statua o la bellezza del paesaggio o il silenzio del tempio, trova Dio. Poiché supera l’oggetto per raggiungere la chiave, e le parole per capire il cantico, e la notte e le stelle per provare l’eternità. Perché Dio anzitutto è il senso del tuo linguaggio e il tuo linguaggio, se acquista un senso, ti mostra Dio. Queste lacrime di bambino se ti commuovono, sono una finestrella dischiusa sul mare aperto. Perché ecco che riecheggiano in te non solo queste lacrime ma tutte le lacrime. Il bambino non è altri che quello che ti prende per mano per insegnarti.


 



 

Mara Zap col cuore esploso
per il Golem - 26 febbraio 2017

Clikka


I DUE INCANTESIMI DI MARA ZAP PER GOLEM SANGUINANTE



 


 

JANACEK E SCHUBERT PER LALO DI SCALZO E PER SUO FIGLIO ACCIO
(con Karoline Knabberchen tradita)

(dal, clikka, KAROLINE KNABBERCHEN ESCLUSIVITÀ FOGLIO DI LALO)

 

Tutti i misteri melodici e ritmici della musica trovano la loro spiegazione nella melodia e nel ritmo dei motivi musicali del linguaggio parlato”.

Notte in Boemia notte a Vecchiano Val di Serchio. Dipingere al più presto Hukvaldy, il piccolo paese della Moravia settentrionale dove Janacek nacque il 3 luglio 1854. Farsi raccontare dall’erba le somiglianze delle due camere dove nacque il musicista dove colui che dipinge i due paesi.

Nel paesaggio dovrà aggirarsi calco di Kat’a Kabanova eroina dell’omonima opera teatrale composta da Janacek tra il 1919 e il 1921.

L’amore di Janacek per la più giovane Kamila. Alta storia d’amore e di complicità.

Kamila conosciuta, a 63 anni, nella stazione termale di Luhacovice. Moglie di un antiquario tedesco. Sono duemila circa le lettere che la coppia musicale si scambiò.
 


Karmila preoccupata per la sorte dell'uomo che ama,
Leos Janacek


 

Kamila presiede alla fantasia vitalistica del compositore. Di ritorno dalle terme, Janacek si ricorda di un ciclo di poesie anonime popolari, dal titolo “Versi di un autodidatta”. Ne ricava un ciclo di canti per organico minimo composto dal coro, da tre voci femminili e dal pianoforte con il titolo “DIARIO DI UNO SCOMPARSO”. Sorta di SCENA DRAMMATICA .

La Suite si bada su parti corali, dialogate, monologhi sostenuti da sonorità aspre dettate dal pianoforte mentre la traccia popolare si fonda con onomatopee sopra altri evocativi fenomeni sorgivi naturali e popolari.

Immaginiamo un uomo, un partigiano, si chiama LALO, sta nascosto nel Loculo della sorellina morta a un anno. Piccola bara. Sodo guanciale. Di giorno nascosto-scomparso, anche se lo cercano per fucilarlo, di notte vivo col mitra in lotta contro i nazifascisti. “DIARIO DI UNO SCOMPARSO VIVO IN LOCULO”. Di notte lascia sulla finestra della sarta NADA PARDINI una rosa. La ragazza è figlia del fascistissimo Vittorio. Ed è l’unica con la madre di Lalo a sapere dove sta nascosto.

Melodramma e lotta politica d’alto sentimento. Fumetto e Romanzo. Che va narrata. Disegnata. E musicata.

 


Compagni. Lalo e il Piccolo Accio.



 

I pensieri del partigiano nel buio del loculo nel giorno e quelli a notte tra le tombe quando torna dalla sua personale resistenza e guerriglia. Cosa pensava mio padre, Libertario Di Scalzo detto Lalo, che scelse il nome di battaglia di un musicista francese, perché la musica non si può uccidere imprigionare!, stando ore al buio nella tomba?

Cosa fantasticava?! Non devo forse rivelarlo!? Soltanto io posso farlo! (ampliando quando Antonio Tabucchi ha scritto in "Piazza d'Italia" su Lalo-Garibaldo e in "Campane del mio villaggio" poema con dipinti di Davide Benati). E lo devo fare perché anch’io nel cimitero della letteratura e sul web ho abitato un loculo (CLIKKA: Lalo/Accio: Due loculi due partigiani)  per poi uscire con i miei personaggi ad operare Resistenza e Guerriglia. E come Lalo fu tradito, così anche me hanno tradito, definendo la mia azione "mostruosa" e che per essa dovevo vergognarmi!, ricordo i loro nomi e li penso con pena e cristiana meraviglia (si scatenarono già a fine 2011 contro L'Olandese Volante, chiamandomi "assassino" seguace di Che Guevara, perché proponevo il Comunismo come romanzo tragico) per la facilità con cui volsero il Bene in Male, verso me in questo decennio on line. Perché nel cimitero cercavano il mio loculo senza saperne l'ultima ubicazione. E così, per stanarmi!, mi hanno divelto tombe che avevo care, che avevo confidato loro da me abitate, per un certo tempo, che fossero quelle di Modigliani e Jeanne o del suicida Majakovskij o di Gauguin o di Durruti. O quella nell'acqua di Karoline Knabberchen.  Al cui gorgo si erano accostati pregando con me e leggendo i suoi inediti! Povera mia tenera Karoline! ti hanno trattata come oggetto culturale e poi ti hanno scansato come oggetto culturale senza più importanza!

Chi ho portato con me alle tombe di Karoline a quelle di Lalo al Campo della Barra a quella del Pazzo... scritte e reali, e che hanno scambiato per esercizio di letteratura come si usa in consessi di presentazioni di libri questi luoghi del tragico in poesia e anarchia... hanno mancato di rispetto a questi nomi e alla mia vita! Mi hanno portato il Male!

Perché consciamente o inconsciamente volevano “uccidermi”! nominatisi soccombenti di fronte alla lotta poetica che non voleva riversarsi in alcun libro feticcio o carriera ma soltanto per l’ideale della libertà estetica comunista! Così come Lalo combatteva, singolo, per un ideale suo. Non per carriera o posto di lavoro altisonante a Liberazione avvenuta. Come fecero in tanti. Lui no! Io no!

Però ricordo Janacek che scrisse “Le avventure della volpe astuta”, e che morì tenendo la mano a Kamila. Che amore benedetto! Che forza in quelle mani! Che vincono la separazione prossima e vinceranno la Morte.

 


Leos Janacek




Janacek sussurra che la gioventù dell’arte e quindi anche la sua si trova nella foresta, Kamila mia, lì la vita sempre ricomincia. Anche se passa la Morte. Rircordalo. Anch’io ricomincerò da qualche altra parte. Trovami. Nella foresta gli usignoli tornano a ogni primavera. Sarò un usignolo? Gli uomini senza cuore, spesso sono i colti e gli intellettuali gonfi come tacchini di teorie musicali, in questa foresta passano, ma chinano la testa, quando intuiscono cosa sia l’eternità e il sacro e l’amore che non scade come il latte. Chinano la testa! Non possono capire la poesia dell’esistenza. Come abbiamo fatto io e te Karoline-Kamila. E stavolta son io a morire Fabio- Janacek!

E Schubert che ci fa stamani qui con me e con Lalo?

Il finale della Sinfonia numero Tre, poi eseguita nel 1815 da un’orchestra di dilettanti, finirà modificato leggermente nella Sinfonia “Incompiuta”. Finale intriso di fresca fragranza sonora ripreso dall’esperienza italiana, e così si spiega la punteggiatura in ritmo di tarantella, che serve con la sua giovinezza a scivolare in opera matura e d’altra età.

Così accadrà in quanto vado immaginando per il Diario dello scomparso Lalo vivo in loculo.

Quanto scritto per amore e alta lotta ideale non andrà perduto. Chi disconobbe quanto crearono gli “scomparsi” all’estetica perché popolari e partigiani, anche io con Lalo; e che Janacek prediligeva con Karmila, saranno superati, come i reazionari in gerarchia d’ogni tempo!, dall’umile resistenza; e gli obliati e i cancellati avranno il ricordo che meritano. Questo è come intesi e intendo il romanzo transmoderno a cui appartengo



 



 


Sara Virgolina Cardellino e Claudio Povero Musicante Scrittore
Vecchiano - Domenica delle Palme - 2017



RINGRAZIAMENTO A SARA CARDELLINO
(che ha risposto al mio: "Ho bisogno d'aiuto!)

 

Qui ringrazio (clikkaSara Cardellino, mentre L’Olandese Volante, va verso la fine della sua avventura, on line, perché lei il 26 febbraio 2017, nel dolore altissimo, familiare e per vicende della mia sciagurata vita, mi ha scritto:

Claudio, nel dolore è impossibile negare al pensiero e al respiro di unirsi alla sofferenza dell’altro. E dunque, ora, respiro e pensiero sono con questa tua sofferenza, che va accettata, che va accarezzata.

Questo frammento nasce da te che sai cos'è il dolore della malattia, che pure colpì tuoi familiari, e da altri lutti terribili. Chi è uso alla letterarietà - gran massa, folla sterminata -  alla vita da trasfondere nella finzione letteraria, con enfatismo monocorde valido in ogni stagione, non sa scrivere del dolore che non abbia destinazione colta o finalizzata a qualche pubblicazione da commentare e interpretare in nobile letterata cerchia.

 


Medea Sara Cardellino




Peccato! che il destino ci abbia impedito di vivere assieme, perché le tue virgole per il mio Kaos erano quanto poteva evitarmi altri naufragi e catastrofi venute dopo che ci separammo!

Le tue parole, Sara, (clikka: "Lettera a Sara Cardellino con grazie cristiano  e comunista") vanno di parallelo con quelle che mi hanno donato compagni operai, vicini di casa, altri malati, e disoccupati. In questi giorni drammatici ho provato indignazione verso quel me stesso che, seppure raramente, ha frequentato e si è scambiato con qualche letterato e letterata. Incapaci in vasta schiera di porgermi una mano, una parola soltanto. Troppo impegnati nel "dialogo culturale", a battere "musate" in poemi di cartapesta, adatti al carnevale della vanità poetica. 

Questo tuo frammento è stato l’appiglio per salvarmi. Sappilo generosa Sara. Con la mia firma ortonima e con quella degli eteronimi e dei personaggi, da qui, affermo che questo atto unito alla visita Cristiana della Domenica delle Palme, né io né Lalo né mia madre né Il Pazzo lo dimenticheremo. E in qualsiasi momento, tu, Sara Cardellino, avrai bisogno, e mi cerchi… io arrivo. Anche se fossi morto. Non giungono forse le care ombre a me, in questi mesi, ad aiutarmi! Perché questo attiene agli Eroi da libro senza pubblicarlo e da melodramma, come me che sono Claudio Di Scalzo detto Accio oppure su questo veliero L’Olandese!



 







Giuggio Golemone e Mara Zap - dicembre 2013 -





GOLEM E MARA ZAP SALUTANO E VAN VIA CON ME

Il Golem, Giuggio-golemone è il personaggio a cui sono tanto affezionato. Ed a pari alla sua fidanzata Mara Zap col Gatto Infelix. E mi dispiace che L’Olandese Volante disalberi non dando loro più la possibilità di raccontare avventure a Praga e dintorni.

 


Vuoi me o il sorbetto Golem?


 

Mara Zap è veramente un gioiellino di personaggio. Ricorda Paperina e altre fidanzate dispettose del fumetto e dei cartoni animati come Olivia con Braccio di Ferro. Il Golem, Golemone, Giuggio, è un candido ingenuo ghiotto pasticcione mostro di creta. Senza Mara Zap è perduto. E pure lei lo sarebbe. Ma non glielo dice. Lui sì. Perché è un po’ grullo. A volte tanto grullo.

Mara Zap ama alla sua maniera incredibilmente poetica il suo Golemone. Il suo Giuggio-Golemone e per niente al mondo farebbe a meno di lui perché vuole vivere allegra e dispettosa a Praga ogni sorta di avventura.


 


Mara Zap dispettosa maggio 2017





Da qui saluto la coppia e so che staranno con me anche se non li disegnerò e ne scriverò altre avventure. E proveremo l’inaudito che solo a quelli come me accade: Golem e Mara Zap mi racconteranno a voce nei lunghi giorni estivi e poi nel mio autunno e inverno... quanto avrei dovuto scrivere di loro e non l’ho fatto. E anche questo sarà un libro d’amore e di complicità unico.



 


GOLEM E MARA ZAP A PRAGA MAGGIO 2017



 

CDS/NOTA

Il Golem e Mara Zap sono due personaggi di un graphic poem nato a Praga nel marzo 2010. Da allora ho disegnato centinaia di tavole con scritture dedicate al Golem e Mara Zap e al Gatto Infelix. Le avventure di questi personaggi, che ricordano Paperino e Paperina, Olivia e Braccio di ferro, Andy Capp e Flo e Krazy the Cat sono apparse, in piccolissima parte, sull'Olandese Volante.



 




 






 

MARA ZAP COL GOLEM E CON DVORAK PER ME CHE PARTO

(Praga ai primi di giugno)

Sono a Mala Strana, Piccolo Quartiere, a notte fonda. In Piazza dei Maltesi. Ascolto il Concerto per violino in la minore op. 53 di Dvorak. Golem e Zap sono un po' brilli. E dicono che dormiranno sulle panchine. Circondati da stupendi palazzi barocchi e da zanzare rispettose della creta, che brucia, dell'incarnato pallido di Mara, e della mia coriacea insonnia che qui spero di vincere. M'addormento. MARA ZAP mi fa notare mentre m'assopisco che da un cancelletto sbucano dei fiori di cappero. Insaporiranno questa nottata estiva, dice ridendo cristallina. S'adatta il gusto alla prima figurazione rapsodica del violino. Mi cade in testa una mandorla amara d'oleandro. Mara la raccoglie e la regala al Golem. Se la succhi il suo amaro ti ravviva la brace del cuore. Rivelando il nostro rapporto di coppia. Li guardo questi due come la cosa più bella che ho con me, nella mia solitudine. Ma senti che ragionamenti!, mi dico. L'amaro e il fuoco. L'allegro ma non troppo che va a concludersi risolverà come al solito ogni problema di coppia. E poi si baceranno. E poi giungerà l'adagio ma non troppo di questo maestro che coniuga popolare e sublime con la stessa facilità del bambino monello che oggi ha chiacchierato con me a Kampa. Cos'aveva di speciale? Invece che cigno io voglio essere una rana. Così gracido e con gli ami da pesca che mi tirano ci ricavo un sommergibile e vado a caccia degli squali nella Moldava.
Come ti chiami bambino? Perché me lo chiedi? Mi sembri più matto di me e del Golem che arriva. Mi chiamo Accio. E mio bisnonno Dvorak scrisse l'adagio ma non troppo, la sua melodia per i bambini che sulla riva della Moldava s'immaginavano le metamorfosi più fantasiose. E' la bugia più stravagante che abbia mai sentito, gli ho detto. Il bambino m’è saltato sulla spalla, è rimasto bambino, ma ha preso a gracidare proprio come una rana. Al che non ho più saputo se ero io scemo a pensare che un bambino in carne ed ossa potesse lanciare un perfetto simile verso. Virtuosistico al massimo come tutto il secondo movimento incentrato sul violino. Ma forse stavo già stavo sognando.




 





 

Il finale allegro giocoso ma non troppo lo ascolto con un occhio che dorme e uno sveglio. E non so come sia possibile. Dovrebbe essere casomai un orecchio otturato o tonto e uno stasato! Mara Zap mi parla del giocoso intreccio d’ombre che tramano sulla volta di un palazzo. Siamo platonici in terzetto. Decifriamo le ombre e la nostra filosofia estiva andrà a gonfie vele. Io a volte non la seguo questa giovane donna impertinente.

Golem ronfa carburato a birra e piatti Kascher. Guardi le ombre e ascolti la prima danza popolare del movimento, mi dice Mara. Ehi!, mi dai del Lei adesso? E’ molto fine ed elegante, non si lamenti.

Ascolto il Furiant. Danza boema. Vivacissima. Battute alternate in tempo ternario e altre in tempo binario con spostamenti d’accento coinvolgenti. Come me dice Zap! Son molto Furiant. Ternaria: Dolce-salata-Dolce amarognola nei baci per il mio Golem! Binaria Succhio poi mordo. Ho anche un dentino storto lo guardi. Non è colpa mia se ferisco il coso di creta! Lo capisce vero? Io non capisco, questa ragazza impertinente mi parla come se sapessi i suoi segreti d’alcova o di prato! E temo che anche la seconda danza del concerto, una Dumka o Duma, molto popolare, ricca di cambiamenti d’umore spinga la signorina Mara Zap, elegante con la sua gonna fiorita, a confidenze che mi fanno arrossire. Ed invece diventa tenera come la trina dell’alba che s’accenna. Mi prende la mano e la posa sul suo cuore. Sopra un seno minuscolo a ciliegia, lo immagino, sotto al disegno stoffa d’una camelia. Accosti al violino questo battito, gentile Claudio, perché lei è molto gentile con me e col Golem, e ne custodisca la forza e la dolcezza, per dove va, caro marinaio al timone di tante storie belle compresa la nostra. Mia e del Golemone. Così la ringrazio, così ti bacio. E mi ha dato mentre l’orchestra terminava il concerto un bacio sulla gota.


 


Il cuore della dispettosa Mara Zap per Claudio che parte




 

Lacrimo di gioia, e non so più se nel sogno o nel dormiveglia. Sui tetti di Praga si spande il progressivo nitore perlaceo d’ogni complicità con me che parto.






MARA ZAP a Praga in Piazza dei Maltesi

 

 

CDS/NOTA

Il Golem e Mara Zap sono due personaggi di un graphic poem nato a Praga nel marzo 2010. Da allora ho disegnato centinaia di tavole con scritture dedicate al Golem e Mara Zap e al Gatto Infelix. Le avventure di questi personaggi, che ricordano Paperino e Paperina, Olivia e Braccio di ferro, Andy Capp e Flo e Krazy the Cat sono apparse, in piccolissima parte, sull'Olandese Volante.


FINE









QUESTA È SPARTA!

 




Claudio Di Scalzo

Concludo questo lungo saluto con l'omaggio a un fumettista tra i più grandi
da cui è stato ricavato cinema, "300", di Frank Miller.
Mi riconosco nella pedata di Leonida.
E la mia Regina Karoline Knabberchen dà il suo assenso. 
Sia essa la mia firma, il mio saluto ultimo, da fumettista e da Olandese!,
e da artista Libertario contro ogni gerarchia letteraria contro chi ne fa parte!
Che chiede sottomissione e obbedienza.
Non sono "diplomatico" come mi hanno suggerito!
Con la mia opera che s'inabissa sono Sparta!!
Io sono fatto così!!! 



FINE

(dell'avventura dell'Olandese Volante)