:: Claudio Di Scalzo: MEMO & MEMORY TO CHRISTINA ROSSETTI. Traduzione Margherita Stein

  
          "Come un uovo. Omaggio a Christina Rossetti". La gallina nera dall'ovo nero.
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Claudio Di Scalzo
MEMO E MEMORY. OMAGGIO A CHRISTINA ROSSETTI
 
La lavagnetta stava in cucina. In basso c’è scritto “Memo”. Con un gessetto bianco era utile ricordare che mancava il sale o che bisognava acquistare il sedano. Ieri ci sono passato davanti. Al mattino ho letto le poesie di Christina Rossetti. Ora la lavagnetta sta nella mansarda e vi disegnerò le mie fantasie. Numerandole. La Gallina Memo, nera, ho immaginato facesse un ovo nero.  
Disegni e versi sulla lavagnetta sarà facile farli sparire con un panno bagnato. Ne resterà traccia se i segni saranno fotografati. Altrimenti svaniranno.
È una bella scoperta l’uso stamani, in ottobre, in questa valle vicino al lago di Como - e chissà perché penso a come nuotano i cigni nel porticciolo di Varenna, anch’essi bianchi come un gessetto, come i versi trascritti, con aggiunta, di Christina Rossetti - perché combacia perfettamente con la mia “filosofia della scomposizione” di quanto vissi affidandolo al liquido inchiostro poi elettronico. Quanto conta nella vita è stare nel Nero e vedere il Bianco, qualche luce. Il bianco dei cigni a Varenna anche se non ci sono più cigni da vedere e il lago a ottobre, in questo ottobre, è grigio. (Claudio Di Scalzo con Margherita Stein che traduce)
 
 
MEMORIA
 
I

Lo custodii sul petto finché visse

nascondendolo nel cuore quando morì.

In letizia stetti sola, pure così sola

m'addolorai e niente dissi.

 

Serrai la porta per guardare la faccia della verità

standomene sola - sola vidi la verità,

priva d’ogni amor proprio, di forma, compianto

finché tutte le somme furono tirate.

 

Misi tutto sulla bilancia pesandolo:

nessuna indecisione del polso disturbò quell’ago;

tutto pesato, riscontrai un difetto: non una parola

però nel silenzio feci la mia scelta.

 

Nessuno sappia che scelta feci, è ancora quella.

Nessuno sappia la scelta che mi spezzò il cuore

frantumando il mio idolo: m’appellai alla volontà

una volta tanto scelsi la mia parte.

 

Frantumai tutto d’un colpo, gelido restò,

schiacciato dove viveva, in fondo al cuore mio.

Il cuore a poco a poco muore, il tempo invecchia

invecchia e mi accoro.

 

 

II

 

Io ho una stanza in cui nessuno entra

Se non io stessa sola:

vi siede una cara memoria sopra un trono,

là centra la mia vita;

 

quando l’inverno va e viene – oh uggiosa visita! –

e quando il suo vento aguzzo soffia,

quando sbocciano il pallido grigio e la calda rosa

della magnifica estate.

 

Chi dovesse a forza entrare costì vedere potrebbe

chi è sepolto pur non essendo morto

davanti al cui volto non più io chino il capo

o piego davanti lui ginocchio;

 

ma spesso nell’autunnale stagione di mia vita consunta

v’ispeziono dentro con sguardo acuto

e penso come sarà che in Paradiso

ci troveremo insieme.

 
(Traduzione di Margherita Stein)
 
 


 


MEMORY
 
I
 
I nursed it in my bosom while it lived,
 I hid it in my heart when it was dead;
In joy I sat alone, even so I grieved
    Alone and nothing said.
 
I shut the door to face the naked truth,
 I stood alone - I faced the truth alone,
Stripped bare of self-regard or forms or ruth
    Till first and last were shown.
 
I took the perfect balances and weighed;
 No shaking of my hand disturbed the poise;
Weighed, found it wanting: not a word I said,
    But silent made my choice.
 
None know the choice I made; I make it still.
 None know the choice I made and broke my heart,
Breaking mine idol: I have braced my will
    Once, chosen for once my part.
 
I broke it at a blow, I laid it cold,
 Crushed in my deep heart where it used to live.
My heart dies inch by inch; the time grows old,
    Grows old in which I grieve.
 
 
II
 
I have a room whereinto no one enters
 Save I myself alone:
 There sits a blessed memory on a throne,
There my life centres.
 
While winter comes and goes - oh tedious comer!—
 And while its nip-wind blows;
 While bloom the bloodless lily and warm rose
Of lavish summer.
 
If any should force entrance he might see there
 One buried yet not dead,
 Before whose face I no more bow my head
Or bend my knee there;
 
But often in my worn life's autumn weather
 I watch there with clear eyes,
 And think how it will be in Paradise
When we're together.



 
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"Remember" Christina Rossetti