:: Accio e Sara Cardellino: Adele Coari scrive a Giovanni Boine. 6 settembre 2020


Adele Coari e Giovanni Boine
Accio Imperia 6 settembre 2020




Accio

ADELE COARI SCRIVE A GIOVANNI BOINE

6 settembre 2020 - Imperia

 

Nel nostro recente viaggio ad Imperia, mio e di Sara Cardellino (prima settimana di settembre 2020), sono apparsi frammenti apocrifi di lettere di Adele Coari a Giovanni Boine. La Cardellina mi ha ispirato, nei disegni nelle fotografie, per questi altri tasselli de  “La sgraziata Vita. Soliloquio sulla tomba di Giovanni Boine” del poeta morto per tisi nel maggio 1917.

 

1

A volte ho l’impressione, Giovanni, che tra lo spirito scientifico che anima lo scienziato credente e lo spirito religioso della persona comune ci sia un intrecciarsi virtuoso come le nubi rossogiallo sul celeste contrasto mare (chi libera le storie leggendarie più veritiere se non il mare riflesso cielo che vediamo dal Parasio?) perché la fede sviluppa l’Infinità epperò la scienza con Dio l’Eterno Presente. Son riflessioni sciocchine oppure meritevoli di ricevere dal cavo delle tue mani qualche frammento autunnale per me?
 

2

La società letteraria che tanto ti ha angustiato ferito umiliato basandosi sull’intelligenza fine a sé stessa somiglia alla camera degli specchi dove a entrarci mente nelle immagini riflesse moltiplicate. Tu, costì, sei entrato con ogni speranza. Le tue lettere per ogni camera piano soffitta cantina hanno ampliato una sorta di tua prigionia senza risposte che non fossero illusorie in sostanza false. Quando hai rotto specchi per uscire ti sei ferito il petto i polmoni la glottide. In te, Carteggio, perdonami se te lo scrivo, fa rima con Vaneggio: contrazione: Cartevaneggio.

Le mie lettere quelle che mi scrivi non riflettono noi stessi singoli  bensì in coppia stiamo, riflesso cercato, sul libro eterno di Cristo. Siamo forse qualche parola in una Parola più grande che non dà menzogna bensì verità. Lui niente scrisse eppure tutto ha scritto. Ricordalo nel Dolore e nella Gioia, so che la ricevi, aprendo la busta.
 

3

Il candore sapiente somiglia al nutriente miele alla cera. Miele come dolcezza espressa dalla comunità dalla fede dalla vittoria asperrima sul male in essa. Cera che modella Bellezza e Verità anche nell’informe accennato dei lineamenti della donna dell’uomo come nei volti della statuette di Medardo Rosso. Il mio volto accosto al tuo immaginalo così e pure tu stesso cera verso me. Miele quanto scrivi se ti leggo nella sera ardua della lontananza.

 


"Frantumi di glicine Frantumi di Boine"  
Foto e didascalia di Sara Esserino.
Imperia 29 marzo 2011



 

NOTICINA DI ACCIO 

A volte, da quaranta e passa anni, mi capita di scrivere su Giovanni Boine. Perché lo ritengo un amico un'amata ombra. A volte un complice. Non ho alcuna vocazione ad apparire critico interprete suo pittore o fotografo. Soltanto Giovanni Boine mi aiuta a capire cosa sia l'amore il bene il male la volgarità della società letteraria che fu che è ancora oggi. Nella prima settimana di settembre, di questo 2020, con Sara Cardellino a Imperia, visitando ancora la sua tomba al cimitero di Porto Maurizio (vi andammo nella primavera del 2011. Le foto di allora lo ricordano) ho dedicato, grazie alla presenza di Sara Gorlero e Sara Coari, molte invenzioni al poeta dei Frantumi. Compresa foto per Tomba Aiuola ora sull'OV, una parte).  

 


Accio Piccione dialoga coi piccioni sulla Terrazza di Giovanni Boine
Imperia 29 marzo 2011. Foto della Picciona Sara Esserino.

 


Sembra abbia scritto e pubblicato, nel 2017, persino sui DISCORSI MILITARI. Ma ciò non è vero. Non ho mai pubblicato alcunché a stampa se non on line sull'OLANDESE VOLANTE (2011 - 9 gennaio 2017). Se circola un altro Claudio Di Scalzo sarà una mia controfigura che ha sbagliato frequentazioni se accostato a qualche libro convegno celebrazione. Ma se chi legge, qui, pensa stia giocando ad imitare i Plausi e Botte del poeta, forse non è lontano dal vero. E può intendere questa recita.