:: Accio e Cardellino musicati a settembre con Mozart e Weiss. Dittico. Anche proletariato e aristocrazia.


Sara Cardellino osa musical posa - Foto Accio












 




 

ACCIO E CARDELLINO MUSICATI A SETTEMBRE CON MOZART E WEISS.
DITTICO. ANCHE PROLETARIATO E ARISTOCRAZIA



 

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La musica classica sinfonica e da camera, il teatro musicale sono stati e sono il punto di raccordo tra me e Sara Cardellino fondante. Dove lei ha ruolo di Signora e Maestra. Anche perché musica esegue, suona, su vari strumenti: adesso in privato per sé stessa per me per rari amici intimi. Prima di ritirarsi da ogni attività concertistica lo faceva in pubblico. Prima di incontrarla nel maggio 2009 da tempo mi dedicavo all’ascolto a qualche frequentazione di concerti, dopo giovanile crescita nel Rock: dai Rolling Stones agli Zeppelin a David Bowe; ma approfondimenti e studi della grammatica musicale ci son stati perché ho vissuto con lei da presente e anche, per 5 anni e 5 mesi (clikka: Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te), lei assente in musica. Ascoltandola, la musica, studiandola scrivendone per i personaggi.

Il suo ritorno ha tutto potenziato. Nella gioia nella scoperta. Che altro aggiungere?

Sì, aggiungo, che spesso opero per lei delle dediche a partire da mie scelte suggestioni ricami interpretazioni dell’avventura nostra.

In questo inizio settembre, vedendola nella sua casa veneziana, intenta nella lettura o nel semplice affacciarsi alla finestra sul canale nel rispondere al verduraio nell’acquistare un monile al ristorante chiedere di un vino pregiato… capisco che appartiene all’aristocrazia: tradotto a quella nobiltà di comportamenti stili rapporti che non sono borghesi bensì eco di qualche cultura mitteleuropea che sta nella sua genealogia. Che coniuga assoluta sfrontata semplicità, anche ciarliera, con quanto è altero distaccato: tipo: sia negato ad ogni gondola attracco al palazzo: me ne vo nelle mie stanze.

Questa facile sociologia-genealogia, ammirata sia detto, da un marxista classico verso l’aristocrazia tanto diversa dall’interessata al vil denaro apparenza della borghesia d’ogni tempo, perché - essa simpatia, fu di Karl Marx! - l’accosto ad una più complessa scelta in musica. Penso a Mozart, ai suoi anni viennesi, e scelgo i trii con pianoforte K 496, 542, 548. Alta tradizione cameristica.

Ci sono sonorità felpate: Sara nelle stanze passa in estrema leggerezza e vaporosa indifferenza: poi il trillo d’un riso cristallino. La compostezza delle distillate note perfette rimandano a Sara che apre prima in fessura poi in ampiezza le ante della finestra. Ci sono acque immote appena smerigliate dal sole mattutino. In quel luccicore il pizzico di nostalgia per un’epoca settecentesca che, lo so, idealizzo: ma ciò, in amor per lei, è mio proletario prezzo fisso.

 

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Come Sara Cardellino m’introduce all’ascolto di musica che mai scoprirei da solo? Eccone un esempio.

L’altrieri, a Venezia, una sua carissima amica musicista, P.G., la vedo sedersi davanti all’altare della Chiesa °°°, ha con sé uno straordinario esemplare di liuto d’epoca restaurato. Sara mi dice ch’è un Sixtus Rauwolf di fine ‘500. Davanti tiene il leggio. Interpreterà, aggiunge, musica di Silvius Leopold Weiss. Che non ho mai sentito nominare né ascoltato in disco. Eseguirà una sonata, due preludi, una ciaccona. Sussurra Cardellino nel mio orecchio. Seppure il mio orecchio a volte sia tonto - espressione caustica dell’aristocratica mia signora espressa anni fa - intendo che lo strumento è voce di qualcosa d’ideale, che può condurmi a fantasie ricordi speranze di ciò che nella mia giovinezza fu più delicato quasi magico. Sono lieto. Prendo la mano di Sara. C’è la sua pressione sulle mie dita. Mi prende voglia di baciarla. Glielo sussurro. “Ecco cosa mi combina il liuto! Chiedo aiuto?”. Sorride: con fil di voce risponde: “Il miele d’orecchio tonto t’è scivolato sul cazzo! Son io il tuo aiuto. Dopo!”

In questo episodio Aristocratica e Proletario formano coppia perfetta!