:: Sara Cardellino: Al bacio che ti do che mi dai che ci diamo suono di Brahms per andare lontano - Ad Accio il 29 giugno 2021


Accio e Sara Cardellino - Bacio nel cascinale vecchianese ascoltando Brahms
29 giugno 2021



 

Sara Cardellino

AL BACIO CHE TI DO CHE MI DAI CHE CI DIAMO SUONO DI BRAHMS PER ANDAR LONTANO





BRAHMS - Celibidache e Barenboim - Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra 
 
 

(Vecchiano, cascinale, addì 29 giugno 2021) - Sara in nottata baciata si risveglia al mattino e vede sul comodino labbra accoste: ancora riceve bacio. E si riaddormenta sul tuo petto dopo che tu, Accio, adesso dormi un pochino, hai unito con la china le nostre lingue. Dormi, ti sei tinto persino le guance, mentre vado a prepararti le veneziane alla crema, ne sbafi una dopo l’altra, ghiotto, ghiotto che non sei altro, che ne porto ancora arrossamento sui seni scambiati per dolci cremosi.

Ti sveglierò mettendo a tutto volume il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 di Brahms in Re Minore. Perché? Te lo spiego e sìì riconoscente per l’azzardato paragone.

Se la grande tradizione austrotedesca trova nel Primo Concerto per pianoforte e orchestra la sua vetta, tu, Accio, nella tradizione stilistica del BACIO trovi la tua collina per me. Ti basti questo paragone in amorosa, so che esagero, dimensione?

La partitura di Johannes Brahms è gigantesca (gigantesca pure la tua dedizione inventiva per amore verso me, la realizzi e ne inventi un’altra, qualcosa appare sull’Olandese Volante su Facebook) s’evidenzia la controllata visionarietà utopica del classicismo intriso di romanticismo che procede in smagliante saldissima struttura formale. L’ascolto del Primo Concerto, se teniamo presente l’espressività introversa di Brahms (la tua espressione Accio è sempre o quasi estroversa e perdi di vista la misura) unita alla drammaticità latente altre volte scoperta toglie il fiato. Vien da chiedersi come ha fatto, Brahms, a riunire ogni sfumatura agogica ed espressiva ogni dettaglio timbrico e di fraseggio nella composizione con tale perfezione: lasciando all’interprete al pianoforte ogni ammaliante carica emozionale sulla tastiera e all’orchestra al direttore di veicolarla in saldo dialogo per 40 minuti e passa.

Come hai fatto come fai Accio a inventare, in dialogo con me, dal 2009 che ci incontrammo, pure nella separazione, ogni bacio possibile dipinto ogni parola in cerca di colore ogni fotografia che diviene nostro racconto? Come fai a non provare tentazione voglia di eseguire tutto questo in pubblico per consegnare la tua vicenda di artista, lo sei e di più personaggio, per riceverne plauso e diffondere il tuo nome?

Non lo so. O forse sì. Ma non lo rivelo. Aggiungo soltanto che se tante opere di Brahms, anche questo Primo Concerto per pianoforte e orchestra, avevano destinataria taciuta Clara Wiek in Schumann, da lui amata in silenzio e compostezza non rivelata, l’accostamento di te al grande maestro, come amante, è perfetto nel momento che tu lo riveli, al contrario, con impeto. Tutto l’amore per me baciandomi, illustri, e nessuno, lo so sì sì lo so, potrà mai fare qualcosa di simile. Esattamente come nessuno ha mai più potuto creare un Concerto per pianoforte e orchestra come questo! Dall’Adagio al Maestoso al Rondò.