:: Sara Cardellino: Ravel di “Ma mere l’oye” per le due età di Accio


Accio e cardellino si abbracciano ascoltando ravel - Maggio 2020





Sara Cardellino

RAVEL DI “MA MERE L’OYE” PER LE DUE ETÀ DI ACCIO


Oggi, Accio, in cambio di quanto inventi per noi due, partecipo con la musica. Nel cascinale c’è veramente qualcosa di leggendario o di fiabesco se mi muovo per stanze soffitte; se apro vecchi mobili o cassettoni dove riponesti quanto ho licenza di leggere vedere forse salvare dalla polvere. Pertanto s’impone il Ravel che scrisse per orchestra, da Perrault, “Ma mere l’oye”.

La suite ha i seguenti titoli per i cinque episodi. Pavana della bella addormentata nel bosco (Lento). Pollicino (molto moderato); L’imperatrice delle pagode (tempo di marcia); Dialoghi tra la bella e la Bestia (tempo di walzer moderato); Il giardino fatato (lento e grave).

Essendo destinata al mondo dell’infanzia, con ogni evidenza, che poi venne apprezzata capolavoro anche dagli adulti, dai critici fino agli ascoltatori in sala: tu puoi sentirti bambino Accio monello che ascolta accanto all’uomo che, ormai, qualche competenza musicale la possiede. Facendoti incantare in età diverse.

Questo il mio gioco per te.

Il colorismo orchestrale della suite è unico. Ravel grande orchestratore. Provava con orchestra e poi tornava alla partitura. Non partitura a senso unico. Colorismo misterioso penetrante esotico. Situazioni e personaggi si susseguono come sul palcoscenico in fantasmagorie impalpabili. Le movenze sono sfuggenti eppure nitide. Non son forse così le espressività dei bimbi nelle loro abitudini giocose? Tu Accio dovresti saperne qualcosa. Se ascolti attentamente le rivivrai. Sono qui per questo, bambina con te. La piccola Sara.

 

 


 

Questo capolavoro, la sua raffinatezza timbrica, si basa su di un organico orchestrale vario. Ravel l’organizza alla perfezione. Questo è il genio compositivo. Un altro compositore avrebbe messo qualcosa in più o in meno. Mi spiego?

La sezione dei legni comprende tre flauti, due oboi, un corno inglese, tre clarinetti, due fagotti e un controfagotto. Mentre la sezione degli ottoni è ridotta a una coppia di corni. Archi e arpa costituiscono la famiglia delle corde. Quando parlano e scrivono di musica in tanti dimenticano di ricordare gli strumenti. Forse perché non li conoscono non ci vivono dentro. Come me. Ti sarai accorto, te ne sei accorto Accio?, che non ho ricordato ancora le percussioni. Definisco seducente questo potenziale scelto da Ravel: composto da timpani, triangolo, piatti, grancassa, tamburo, ma, soprattutto, devo ricordare xilofono, glockenspiel celesta: tris di strumenti che con i loro tintinnii evocano l’universo dell’infanzia.

Ascoltiamo la Suite nella direzione di Celibidache.

 



clikka

Se mi raggiunge la Lettera all'Immortale Amata di Beethoven... l'8 dicembre 2017

 

Ho ritrovato il piccolo dipinto su cartone che collegasti, l’otto dicembre del 2017 per il tuo compleanno, a quanto volli ricordare di Beethoven che scrive la “Lettera all’immortale amata”. Potresti colorare i nostri visi. Sarebbe la maniera per passare da Beethoven a Ravel, e contare il tempo passato assieme da allora. Dove la musica mi sembra, nella coppia, sia centrale perché essa, nonostante tu scordi le percussioni nell’orchestra di Ravel, ti tiene lontano dalle percussioni di scemenze che in passato compisti nel quotidiano e nei legami.